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Domenica 20 luglio 2025

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Chi governa e chi racconta

La narrazione di Gesù dove parole e vita combaciavano

Cuneo

La Guida - Chi governa e chi racconta
Donald Trump (foto Ansa/Sir)

Donald Trump (foto Ansa/Sir)

Il pozzo ha un forte valore simbolico perché in un luogo desertico è spazio di incontri, relazioni. Nella Sacra Scrittura il pozzo è il luogo dell’incontro con Dio e del fidanzamento. Presso il pozzo la schiava di Abramo, Agar piangente, con il figlio Ismaele, incontra l’angelo del Signore che la rincuora; Isacco presso il pozzo incontra la futura moglie Sara e così Mosè incontra Zippora presso un pozzo. Nel vangelo di Giovanni presso un pozzo Gesù incontra la Samaritana.
Anni fa il cardinale Carlo Maria Martini all’inizio del terzo millennio immaginava il futuro delle comunità cristiane come luoghi dove la gente poteva trovare ristoro dalle fatiche, dissetarsi alla fonte della Parola di Dio.
Insomma, comunità cristiane come pozzi.
I giornali diocesani fanno parte della comunità cristiana e di quella civile e per molti sono fonti dove conoscere la realtà locale, pozzi di conoscenza della storia e dell’oggi, anche luoghi di dibattiti (penso alle lettere al direttore) oltre che spazi per approfondimenti culturali, ecclesiali, teologici.
Certamente ognuno ha la sua storia, il proprio stile ma questa immagine del pozzo alla luce della Scrittura e della provocazione del card. Martini, che la Scrittura la conosceva bene, può essere uno stimolo per una verifica del proprio servizio alla comunità ecclesiale e civile
Al di là delle differenze dei giornali diocesani, si può trovare un denominatore comune nel dare forma ad un pozzo dove trovare ristoro, forza, conoscenza?
In proposito ho trovato interessante l’articolo pubblicato su Avvenire sabato 28 giugno a firma del gesuita Antonio Spadaro sulla narrazione di Donald Trump. Verso la metà dell’articolo, Spadaro dice che sotto la regia di Trump la diplomazia diventa teatro, la guerra si trasforma in un episodio di una serie tv. Il conflitto reale, con le sue vittime, viene marginalizzato. Il sangue e la strage diventano irrilevanti in questo spettacolo. Mentre lo show si svolge, la realtà resta fuori campo.
«È qui che si manifesta il volto più inquietante del potere come narrazione: il dolore viene escluso dal montaggio. Per questo – scrive Spadaro – dobbiamo trovare nuove narrazioni.
La sfida politica del XXI secolo è tutta qui: non si tratta solo di combattere con dati, fatti o leggi, ma con forme, visioni, parole che siano capaci di ricostruire un immaginario condiviso. Se la politica è diventata un campo estetico, serve un’estetica alternativa: non quella dell’effetto immediato, ma quella della profondità; non quella della divisione, ma quella della relazione; non quella della semplificazione, ma quella della complessità narrata con chiarezza. Lo aveva capito profeticamente papa Francesco quando scrisse: «in questo tempo di crisi dell’ordine mondiale, di guerra e grandi polarizzazioni, di paradigmi rigidi, di gravi sfide a livello climatico ed economico abbiamo bisogno della genialità di un linguaggio nuovo, di storie e immagini potenti, di scrittori, poeti, artisti».
Serve una contro-narrazione – conclude Spadaro – una nuova poetica della responsabilità. Perché oggi, nel teatro del mondo, chi non sa raccontare è destinato al silenzio. Per questo, la grande questione del nostro tempo non è solo “chi governa”, ma “chi racconta”. Chi ha la voce per dire il mondo, e con quali parole. E, soprattutto, quale immaginario sarà in grado di sostenere, nelle coscienze, una democrazia futura».
Non so cosa possiamo fare.
Registro che Gesù ha avuto una capacità narrativa fuori dal comune, creando un immaginario che forse non è ancora patrimonio assodato delle comunità cristiane.
Una narrazione, la sua, dove parole e vita combaciavano. Non ha solo raccontato parabole sulla misericordia, ma la sua vita è stata testimonianza di misericordia.
Come riuscire a narrare e vivere l’immaginario evangelico, traducendolo nelle nostre realtà?
Teniamo buono l’invito a saper raccontare per far conoscere l’alternativo immaginario evangelico.

Carlo Vallati

Intervento in occasione del Convegno nazionale dei settimanali cattolici italiani svoltosi a Cuneo il 3 e 4 luglio scorsi

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