La classe 4°R Sperimentazione Rondine del Liceo “Pellico-Peano” ha incontrato la classe della Casa Circondariale del Comune di Cuneo legata dell’Istituto Alberghiero di Dronero. Della intensa mattinata tra le mura del carcere di Cuneo hanno fatto parte tre momenti: uno scambio tra studenti, a partire dalla figura di Ulisse nella tensione tra la curiosità di ascoltare il canto delle sirene e la necessità di resistere alla tentazione, la visita alla serra e all’orto curato da alcuni detenuti, un incontro nel panificio “Panaté” e il racconto dell’esperienza dell’impresa carceraria “GliEvitati”.
“L’esperienza a cui abbiamo partecipato è stata straordinariamente intensa e sono contento che, come Comune di Cuneo abbiamo potuto aiutare per renderla possibile – commenta il vice sindaco Luca Serale – Conosciamo tutti le difficoltà che vivono le case circondariali in Italia e sono convinto che creare occasioni di scambio tra dentro e fuori, come con la visita della classe liceale, l’esperienza dell’orto o quella di Panaté siano occasioni che possono aiutare ad aprire percorsi nuovi, da un lato di consapevolezza ed eliminazione dei pregiudizi, dall’altra di fiducia e di costruzione di nuove possibilità di futuro. Ringrazio il dirigente Alessandro Parola insieme a tutti i docenti coinvolti, per il lavoro fatto per rendere possibile questa esperienza e tutto il personale della Casa Circondariale, per l’accoglienza”.
La classe 4^R era accompagnata da alcuni docenti che così hanno raccontato sul sito del Liceo: “Si è trattato di un momento molto intenso, toccante e ricco di emozioni a tratti difficili da contenere per tutti i partecipanti: entrare in contatto visivo con gli altri è sempre un passo delicato, che richiede gentilezza e rispetto. Avere l’opportunità di incrociare lo sguardo di alcuni esseri umani detenuti in carcere, disposti a confrontarsi e a mettersi a nudo con alunni e docenti sconosciuti, è stata un’occasione unica, anche se è stato impossibile non pensare che quelli incontrati fossero i “più fortunati”, a fronte di altri 360 circa invisibili che, per tante ragioni, non potevano essere lì presenti. Passare di fronte al blocco del 41bis, con le finestre schermate, ha lasciato ulteriori spunti di riflessione rispetto al cammino di riabilitazione che rappresenta un inizio di per sé piccolo ma prezioso”.
