Tutti siamo stati colti di sorpresa dall’annuncio della morte di Papa Francesco. Lo abbiamo visto affaticato il giorno di Pasqua quando è apparso sulla loggia della Basilica di San Pietro per la benedizione ‘urbi et orbi’ e per fare gli auguri di Buona Pasqua.
Lo ricordiamo semplice e diretto nei suoi vari interventi. Soprattutto, sempre ha chiesto di pregare per lui e per la pace nel mondo. Possiamo dire che ogni settimana ha ricordato la ‘martoriata Ucraina’ e la Terra Santa, ha chiesto di fermare le armi ovunque nei tanti e troppi conflitti in atto nel mondo.
Ricordo con affetto le tante volte che l’ho incontrato, parlando con lui semplicemente. L’ho salutato la prima volta nel 2015 quand’era a venuto a Torino per l’esposizione della Sindone. Il primo colloquio con Papa Francesco l’ho avuto nel 2016 insieme ad un’ottantina di persone che fanno riferimento al gruppo dell’“Anello perduto”. In quell’occasione mi aveva spiegato l’enciclica ‘Amoris laetitia’ riguardante le situazioni particolari della vita di coppia che stava per uscire. Mi aveva detto non solo di accogliere ma di integrare nella vita della Chiesa tutti coloro che erano separati o divorziati. L’ultima volta, è stata nel mese di gennaio 2024 in occasione della ‘Visita ad limina’ insieme ai vescovi piemontesi. Aveva dedicato a noi un’ora e mezza di dialogo fraterno e di riflessione proprio a proposito della nostra realtà ecclesiale piemontese. Anche se il nostro incontro era inserito in mezzo ad altre udienze, non ha avuto fretta. Ci aveva salutati uno ad uno, spostandosi verso la porta d’uscita, ci aveva detto che la sua salute gli aveva insegnato ad andare piano. L’ultimissima volta che l’ho visto di sfuggita è stata domenica 23 marzo 2025 quando in auto ritornava a Casa Santa Marta dopo il lungo ricovero all’ospedale Gemelli. Ero insieme a 130 persone della nostra diocesi per il Giubileo; per tutti è stata un’inedita sorpresa. Ha cercato di fare un po’ di convalescenza, ma era più forte di lui, non ha cessato di esercitare il suo ministero di Pastore.
Papa Francesco ha guidato la Chiesa accogliendo l’eredità che Benedetto XVI gli ha lasciato. Innumerevoli viaggi lo hanno visto protagonista nel mondo e a tutti ha portato parole di pace e di speranza. Ha voluto fermamente questo Giubileo ricordando che la Speranza non viene mai meno. Ha celebrato la Pasqua 2025 nella sofferenza e poi è passato a celebrare la Pasqua nella gloria del Paradiso
E ora, è nelle mani di Dio. Da parte nostra va la riconoscenza e l’affetto che ci ha legati. Più che mai, continuiamo a pregare per Papa Francesco. A Dio salga la nostra semplice e fiduciosa supplica, come lui ci ha insegnato.
Piero Delbosco
vescovo Diocesi Cuneo-Fossano