Continua il presidio dei lavoratori e dei sindacati di categoria davanti ai cancelli della Diageo di Santa Vittoria d’Alba, mentre un secondo presidio – organizzato dalle sigle sindacali Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil – si sta svolgendo davanti al Ministero del Lavoro a Roma dove è in corso una riunione per parlare della situazione occupazionale dello stabilimento. Un secondo tavolo di confronto si tiene al Ministero delle Imprese e del Made in Italy.
“Abbiamo organizzato due presidi – affermano i sindacati Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil in una comunicazione ufficiale – per dare voce alle lavoratrici ed ai lavoratori nel ribadire le nostre priorità: continuità produttiva del sito, salvaguardia occupazionale e un piano sociale dignitoso rispondente dei fabbisogni. Il presidio di Santa Vittoria d’Alba è aperto a chiunque voglia dare un segnale di solidarietà, siano essi delegate e delegati di altre realtà lavorative o cittadine e cittadini. È importante esserci per affermare con forza le nostre posizioni, per riconoscere al lavoro la sua dignità e per salvaguardare un territorio”.
Ad oggi sono 341 i lavoratori coinvolti più 25 persone che lavorano in appalto. L’attuale proprietà di Diageo, nonostante le attività nello stabilimento di Santa Vittoria d’Alba proseguano senza sosta, hanno infatti comunicato di aver deciso di chiudere lo stabillimento e trasferire la produzione nel Nord Europa entro il giugno 2026.
Presenti al presidio a Santa Vittoria d’Alba anche i consiglieri regionali Mauro Calderoni (Pd), Giulia Marro (Avs), il segretario provinciale di Azione e vice regionale Giacomo Prandi e il coordinatore albese Massimo Giachino.
A Roma era presente anche il presidente della Regione Alberto Cirio. “Ho voluto essere oggi a Roma, insieme ai sindacati, per ribadire che la Regione Piemonte è impegnata a tutelare produzione e posti di lavoro nello stabilimento di Santa Vittoria d’Alba che Diageo ha deciso di chiudere – ha commentato al termine degli incontri a Roma -. Oltre al tavolo al ministero del Lavoro, che si è riunito oggi ed è stato aggiornato al 9 aprile, io ho voluto coinvolgere il ministero delle Imprese e del Made in Italy per approfondire il tema dei potenziali acquirenti e individuare le modalità per supportare l’azienda in questo percorso che deve salvaguardare i lavoratori e l’attività all’interno dello stabilimento. L’azienda ha spiegato che 11 realtà – italiane e estere, in parte gruppi e in parte fondi, hanno firmato accordi di confidenzialità e quindi hanno dimostrato interesse. Abbiamo confermato la disponibilità della Regione Piemonte a mettere in campo tutte le misure utili perché il nostro obiettivo è che nessuno perda il lavoro e che quel polo produttivo resti operativo e in attività”.