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Sabato 19 aprile 2025

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Sembrava un incidente stradale, era uno sparo: tentato omicidio

Un uomo a processo per il fatto avvenuto a Manta nell'ottobre 2023. Il movente sarebbe stato di carattere passionale

Manta

La Guida - Sembrava un incidente stradale, era uno sparo: tentato omicidio

Prosegue al tribunale di Cuneo il processo ad A. J., 29enne albanese accusato del tentato omicidio di un giovane connazionale, ferito da un colpo di pistola sparato da un furgone che lo sorpassò mentre in auto percorreva la provinciale che da Manta conduce a Centallo, dove lavorava come carpentiere in un cantiere edile. Il giovane, costituito in giudizio, aveva notato quel furgone mentre passava poco dopo le 7 di mattina del 4 ottobre 2023 davanti al bar dove stava facendo colazione. La vittima riconobbe il furgone che apparteneva all’imputato, un connazionale che frequentava il suo stesso bar a Saluzzo. In quel locale lavorava la fidanzata di A. J. e forse è proprio la gelosia per una presunta relazione clandestina tra i due la causa del tentato omicidio di cui è accusato l’uomo. In aula la vittima aveva riferito che alcuni giorni prima dell’attentato A. J. si era presentato a casa sua per chiedergli se era vero che lui aveva avuto una relazione con la sua fidanzata. La vittima negò e l’altro gli chiese di giurare in chiesa dove i due si recarono insieme ai due amici con cui l’imputato si era presentato a casa della vittima: “Ci siamo stretti la mano ed è finita lì”, aveva detto la vittima ai giudici, convinto che quel giuramento in chiesa avesse fugato ogni dubbio. Invece la mattina del 4 ottobre la vittima vide passare il furgone due volte davanti al bar dove stava facendo colazione; nel primo passaggio riconobbe al volante A. J. ma non poté vedere chi fosse alla guida quando ripassò pochi minuti dopo in direzione opposta. Il tempo di salire in auto e imboccare via Stazione di Manta, poco dopo il cimitero, e la vittima si accorse che il furgone lo aveva seguito e si era messo dietro di lui con gli abbaglianti accesi, poi mentre lo sorpassava vide il bagliore dello sparo che spaccava il vetro del finestrino: “Non me lo aspettavo, non vidi chi era al volante”. Dalle indagini che seguirono gli inquirenti risalirono a A. J. come indiziato dell’attentato, aiutato da A. D., l’altro imputato nel processo per tentato omicidio. Nel corso dell’ultima udienza è stato ascoltato l’uomo che quella mattina, in direzione opposta ai due veicoli, stava accompagnando il figlio a scuola: “Il furgone era lontano sulla mia carreggiata, sembrava stesse effettuando un sorpasso faticoso della vettura, poi rientrò sulla sua carreggiata e proseguì mentre l’auto uscì di strada finendo nel fossato. Quando arrivai a soccorrerlo era finita di traverso nella bealera, il ragazzo al volante ansimava, il finestrino era rotto e quando si slacciò la cintura rotolò in fondo sul sedile del passeggero. Il furgone invece non si fermò e mi sembrò strano che non si fosse accorto dell’auto che era uscita di strada”. I soccorsi arrivarono in pochissimo tempo e solo in ospedale i sanitari si accorsero della ferita da arma da fuoco sotto l’ascella sinistra e quello che era avvenuto non era un semplice incidente stradale. In base alle dichiarazioni rilasciate dalla vittima poco prima di entrare in sala operatoria e registrate dal militare del Nucleo investigativo del reparto operativo dei Carabinieri di Cuneo, scattarono le ricerche dell’indiziato del reato che venne arrestato una settimana dopo e che in seguito a un periodo in carcere ora è sottoposto all’obbligo di dimora nel Comune di residenza. La vittima invece perse il lavoro a causa delle conseguenze di quella ferita che gli impediva una completa articolazione del braccio e ora si occupa di sabbiature; il protettile non venne estratto subito e il giovane è in attesa dell’intervento che lo dovrà rimuovere. Il processo proseguirà il 9 aprile.

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