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Giovedì 6 marzo 2025

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Genitori a processo con l’accusa di abuso dei mezzi di correzione

I fatti erano stati scoperti nel 2021 dalle insegnanti della scuola di Dronero, che avevano colto il grave disagio e la paura dei due ragazzi

Dronero

La Guida - Genitori a processo con l’accusa di abuso dei mezzi di correzione

Dieci mesi di reclusione è stata la richiesta di condanna avanzata dal pubblico ministero Annamaria Clemente per K. L. e S. A., genitori di origine africana accusati di abuso di mezzi di correzione perpetrati in danno dei loro due figli, che nel 2021 frequentavano la scuola dell’infanzia e le elementari nel locale istituto comprensivo. Erano state le maestre ad allertare le forze dell’ordine a maggio di quell’anno, dopo aver affrontato un anno molto difficile con i due alunni (a causa del loro continuo stato d’ansia risultavano ingestibili all’interno della classe). Quel 19 maggio il più grande dei due bambini lamentava dolore alla schiena e alle gambe e non riusciva a stare seduto e il più piccolo aveva un livido sulla fronte: le maestre si rivolsero ai Carabinieri, che a loro volta comunicarono il fatto ai servizi sociali i quali presero in carico il nucleo familiare. Preoccupate per il malessere fisico e mentale evidenziato dai due alunni, le maestre più volte nel corso dell’anno si erano confrontate coi genitori, i quali però erano convinti che il metodo educativo della scuola era insufficiente con i loro figli e che occorreva usare il pugno di ferro, minacciarli se necessario dicendo loro che sarebbe stato chiamato lo zio, una figura familiare particolarmente temuta dai due bambini tanto che quando le maestre segnalavano qualcosa sul diario i due vivevano attimi di vera paura. Collocati temporaneamente presso una famiglia affidataria, i bambini hanno intrapreso un percorso terapeutico e con loro anche i genitori, tanto che la dirigente ascoltata in aula aveva dichiarato che i genitori avevano capito i problemi della loro educazione e da allora avevano instaurato una collaborazione proficua con la scuola, così come era avvenuto per i bambini che non sentendosi più minacciati avevano realizzato un buon percorso scolastico. A fronte del percorso intrapreso dalla famiglia, restano però le condotte incriminate e le conseguenze che esse hanno avuto sui due bambini, che ha indotto il pubblico ministero a chiedere la condanna dei due genitori. “L’eccesso di mezzi di correzione ha reso il mezzo illecito: fai attenzione che arriva lo zio è come dire fai attenzione che arriva il lupo cattivo, peccato però che questo lupo cattivo sia poi arrivato”, aveva concluso il pubblico ministero. Per la difesa sostenuta dall’avvocato Enrico Gallo, però, le condotte contestate ai due genitori non erano state provate, sia per le testimonianze imprecise delle insegnanti, sia per l’inattendibilità dei due bambini, e per questo ne ha chiesto l’assoluzione. Il processo è stato rinviato al 1° aprile per le repliche e la sentenza.

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