In questi giorni è stato rilevato un focolaio di influenza aviaria in un allevamento a Chivasso, nella provincia di Torino.
Oreste Massimino, presidente della sezione di prodotto allevamenti vicoli di Confagricoltura Piemonte, sottolinea che questo primo caso potrebbe portare a un irrigidimento delle aree di restrizione, e conseguentemente, a un indebolimento del settore: “Non neghiamo che questa situazione possa destare preoccupazioni per tutta la filiera, ma siamo consapevoli del fatto che gli allevamenti si sono da subito e in maniera uniforme adeguati alle misure preventive e protettive per evitare il diffondersi del virus”.
L’origine del focolaio è ancora incerta, in quanto il territorio è ben lontano dalle aree in cui invece vi è stata una netta proliferazione.
“Attendiamo gli sviluppi e di sapere di quale sierotipo dell’influenza aviaria si tratta. Tuttavia, non possiamo dirci disarmati e continuiamo a lottare perché le nostre aziende preservino la loro attività“ conclude Massimino.
Confagricoltura Piemonte ha interpellato le Istituzioni e sollecitato la predisposizione di un piano d’intervento con procedure chiare e peculiari per il territorio. Auspica, inoltre, che siano previste misure di ristoro per le aziende che subiranno pesanti ripercussioni sul mercato.
In Piemonte, secondo i dati dell’Anagrafe zootecnica nazionale (giugno 2024), il comparto avicolo può contare su 696 allevamenti (con oltre 9,8 milioni di animali allevati tra galline, anatre, faraone, polli da carne, tacchini, etc.).
A circa 2,5 milioni di capi ammonta il patrimonio di galline ovaiole, distribuito in 298 aziende, mentre circa 50 milioni sono i polli da carne. Il 60% della produzione e il 50% degli allevamenti sono concentrati in provincia di Cuneo.
Circa il 6% del totale della produzione nazionale di uova è concentrata in Regione, e il comparto impiega direttamente più di 1.000 addetti, per un fatturato all’origine di oltre 90 milioni di euro.