Mentre percorreva in auto via Stazione a Manta per recarsi a Centallo sul cantiere dove lavorava come muratore, venne sorpassato da un furgone che esplose un colpo di pistola che spaccò il finestrino sul lato del conducente colpendo il 28enne albanese I.L. sotto l’ascella sinistra. Era la mattina del 4 ottobre 2023 e ai soccorritori che recuperarono l’uomo dal veicolo finito in un canale, a prima vista quello sembrò un incidente stradale. In ospedale i medici capirono che la ferita nella parte sinistra del torace era stata causata da un proiettile: “Il proiettile è ancora lì – ha riferito l’uomo – sto aspettando un nuovo intervento per estrarlo”. Immediate scattarono le indagini e la ricerca del furgone da cui era partito il colpo. Dalle prime rivelazioni fatte dal ferito nell’immediatezza dei fatti, i Carabinieri del comando di Saluzzo risalirono al conducente, un conoscente della vittima che, stando alla ricostruzione degli inquirenti avrebbe agito per vendicare un presunto tradimento della fidanzata. A. J., 29enne albanese, venne tratto in arresto a Busca una settimana dopo il fatto e dopo un periodo in carcere ora è sottoposto all’obbligo di dimora. I due si conoscevano di vista e si incontravano ogni tanto al bar di Saluzzo dove lavorava la fidanzata dell’imputato, con la quale la vittima ha riferito ai giudici di non avere mai avuto una relazione ma solo un’amicizia e che la donna lo aveva aiutato in più di un’occasione con le pratiche burocratiche, per documenti e patente. Ascoltato in aula alla prima udienza del processo che vede A. J. imputato di tentato omicidio e possesso illegale di armi, la vittima ha riferito che circa dieci giorni prima del ferimento, A. J. si era recato a casa sua insieme ad altre due persone per chiedergli conto di questa presunta relazione con la sua fidanzata: “Gli dissi che non era successo nulla e lui mi chiese di andare a giurare in chiesa. Andammo a Saluzzo e in chiesa io giurai che non avevo niente a che fare con la sua fidanzata”, ci siamo stretti la mano e la cosa è finita lì”. La mattina del 4 ottobre la vittima vide il furgone dell’imputato passare davanti al bar di Manta dove stava facendo colazione: “Andava verso Saluzzo, conoscevo il suo furgone e ho riconosciuto lui al volante. Dopo aver pagato, mentre stavo andando all’auto ho rivisto passare il furgone ma il lato conducente era lontano da me e non ho visto chi lo guidava”. Pochi minuti dopo, mentre guidava verso Centallo, la vittima vide il furgone parcheggiato vicino al cimitero, proseguì e notò che quello si metteva in moto con una brusca accelerazione, gli si mise dietro e poi mentre lo sorpassava il giovane muratore sentì lo sparo: “Ho visto il fuoco del colpo di arma che spaccava il finestrino. Non me lo aspettavo, non ho visto chi ci fosse sul furgone”. La vittima non ha saputo dire nulla dell’altro imputato al procedo, D. A. che neanche conosceva. In seguito a quella ferita la vittima dovette lasciare il lavoro perché non riusciva ad articolare completamente il braccio e ora non lavora più in cantiere. Il processo è stato rinviato al 12 marzo per gli altri testimoni.