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Venerdì 10 gennaio 2025

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Accusato dall’ex compagna di aver diffuso foto intime: assolto

Il giudice ha accolto le ricostruzioni della difesa ed ha assolto l'uomo per difetto di querela e per non aver commesso il fatto

Saluzzo

La Guida - Accusato dall’ex compagna di aver diffuso foto intime: assolto

Si è concluso con l’assoluzione il processo a G.M. cittadino albanese accusato dalla sua ex compagna di aver inviato alcune sue foto intime a parenti e amici, tra cui il suo nuovo compagno e la figlia minorenne di lui, nell’estate del 2021, a più di un anno dalla fine della loro relazione. Quelle foto intime era stata lei stessa, parte offesa non costituita parte civile al processo, ad inviarle all’imputato all’inizio della loro relazione descritta come molto difficile e travagliata, tanto da indurla a lasciarlo una prima volta nella primavera del 2019 per rifugiarsi prima da un’amica e poi dai parenti in Albania.
Al termine di quella estate i due tornarono insieme; “in quell’occasione fu lui a confessarmi di aver spedito le foto ai miei parenti, mi promise che sarebbe cambiato e invece tutto è ricominciato come prima”.
La donna aveva raccontato che le foto erano nel cellulare che aveva lasciato a casa dell’amica, e fu lì che lui lo prese insieme ad alcuni vestiti che voleva riprendere perchè erano dei suoi regali, “solo con quel cellulare poteva avere accesso alle foto e al mio profilo Facebook da cui vennero spedite con Messanger ai miei amici e parenti”. Le foto furono inviate utilizzando una Sim albanese che non fu mai rintracciata e che l’imputato aveva sempre disconosciuto come sua.
Al termine dell’istruttoria il pubblico ministero aveva chiesto la condanna dell’uomo a un anno e due mesi di reclusione e 6.000 euro di multa, indicandolo come l’unico ad avere interesse a screditare l’ex compagna, che dopo un anno dalla ripresa della relazione lo lasciò definitivamente nel 2020, e l’unico a essere in possesso del telefono nella cui memoria erano conservate quelle foto scattate anni prima.
Per la difesa invece l’intero processo doveva concludersi con un non luogo a procedere per difetto di querela, avendo il proprio assistito offerto un risarcimento di 2.000 euro che la parte offesa aveva accettato affermando in un primo momento di voler rimettere la querela per poi decidere invece di non voler ritirare la denuncia. Un ripensamento che però non era previsto dalla procedura, oltre al fatto che nel merito del processo non era stato provato in alcun modo che il suo assistito fosse l’intestatario della Sim utilizzata per spedire le foto.
Una ricostruzione accolta dal giudice che ha assolto G.M. da due episodi contestati per difetto di querela e per i restanti episodi per non aver commesso il fatto.

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