Anticipare la conclusione in questo caso non è un banale espediente letterario per raccontare una vicenda. Nel romanzo di Cinzia Dutto infatti più volte la storia si riavvolge e riparte da un nuovo inizio pedinando una nuova esistenza. I fili sono segretamente annodati, se ne rende presto conto anche il lettore. Eppure questo ricominciare diventa la cifra attraverso cui leggere queste esistenze femminili condotte sull’orlo dell’abisso, ma ripescate secondo una logica che sfugge a ogni disegno.
Il caso, il destino? Le quattro donne non si fanno domande. Aderiscono agli eventi. Si lasciano plasmare, prima nel dolore poi nella consapevolezza che qualcosa può ricominciare: “arriva qualcosa che mette tutto in discussione: una malattia, un dolore una nuova opportunità e ti vedi costretto a rivedere cosa vuoi fare dei tuoi giorni”.
Per queste quattro esistenze sono incontri fortuiti, fugaci. Acquistano un senso a distanza di tempo, quando si possono finalmente leggere come occasioni. Accolti con intensa partecipazione, erano stati presto riposti nella memoria. I loro germi di vita si schiudono allorché ognuna di queste donne ha compiuto un passo oltre il dolore perché “la felicità non si può solo aspettare, bisogna andarsela a cercare”.
La montagna è l’ambiente giusto dove riannodare i fili di esistenze. Anche la piccola borgata pare “sospesa” a queste occasioni. Il passato pieno di vita ingrigisce oggi nell’abbandono. Pochi abitanti non sorreggono esercizi commerciali. La posta bisogna andarsela a prendere in paese. Quel “cedesi attività” viene declinato in modi diversi, mai però come “chiuso”. È un piccolo diversivo linguistico, cela una speranza, perché caparbiamente attende qualcuno che raccolga il testimone, creda in un nuovo inizio. Ed è l’inizio di una nuova stagione della vita che ripaga ampiamente del passato.
La tua stagione
di Cinzia Dutto
Editrice Lar
euro 15