È fissata per mercoledì 27 novembre l’udienza cautelare del Tar del Piemonte per il ricorso della Inc Spa sul progetto del nuovo ospedale di Cuneo. Il Tribunale amministrativo regionale dovrà pronunciarsi sulla sospensiva richiesta da Inc, oltre al pagamento di un risarcimento da 10,88 milioni di euro. I giudici potrebbero decidere di fissare la discussione del merito in tempi brevi, nei prossimi due o tre mesi. Anche perché le controdeduzioni della direzione del Santa Croce potrebbero arrivare a breve e chiedere di accelerare e passare direttamente al giudizio.
Il ricorso (l’avvocato della Inc è Daniele Granara di Genova) contro l’Azienda Ospedaliera Santa Croce e Carle (difesa dallo studio torinese di Vittorio Barosio e Serena Dentico), che è la stazione appaltante, e contro la Regione (difesa dalla sua avvacatura interna) è contro la bocciatura della proposta di partenariato pubblico privato.
Attendendo il Tar la politica e l’assessorato danno già per superato l’ostacolo e dibattono di edilizia sanitaria non solo a Cuneo ma in tutto il Piemonte. Lunedì 18 novembre la commissione regionale ha dato vita a un lungo dibattutto sulla questione. L’assessore alla sanità Federico Riboldi ha fatto sapere che “è stato firmato il decreto per i 2,25 miliardi di fondi Inail”, con risorse ulteriori per il territorio piemontese che portano il totale a oltre 600 milioni di euro, per coprire i costi degli ospedali in progetto tra cui quello di Cuneo. I nuovi nosocomi piemontesi, quindi, potranno essere finanziati con fondi Inail e, ha aggiunto Riboldi, “per la restituzione del debito il ministero ha calmierato il tasso d’interesse che l’Istituto praticherà nei confronti delle Regioni, Piemonte compreso, stabilendolo al 4%”.
Ora sappiamo con certezza che i soldi della progettazione, come La Guida aveva ampiamente già scritto, li deve mettere e anticipare la Regione, 73 milioni di euro.
Il problema resta e così come il fatto che Inail ha sì disponibilità finanziaria per comprare i terreni e per costruire gli ospedali ma per tenerseli, mettendoli in affitto al pubblico. Pertanto rimangono i dubbi su cifre, sulla possibilità che l’Inail non approvi i progetti e sulla capacità reale del Piemonte di mettere a bilancio i circa 130 milioni l’anno da restituire all’Inail.