Nel prossimo futuro raggiungere l’Europa e varcare i suoi confini sarà ancor più difficile e doloroso per le migliaia di persone che ogni anno cercano nel Vecchio Continente un luogo in cui vivere dopo drammi e sofferenze d’ogni genere.
Con il via libera al Patto sulla migrazione e l’asilo (pienamente operativo solo nel giugno 2026), nel maggio scorso il Consiglio europeo ha deciso di dotarsi di un ‘pacchetto’ di norme che avrà lo scopo di tenere chiuse il più possibile le frontiere dei Paesi europei. Un nuovo assetto giuridico che inciderà pesantemente soprattutto su chi già vive situazioni di fragilità ed emarginazione e che, nei fatti, innescherà un marcato deterioramento dei diritti umani più elementari.
Gianfranco Schiavone, presidente del Consorzio italiano di solidarietà e membro di Asgi (Associazione per gli Studi giuridici sull’immigrazione), ha chiaro quello che sta accadendo e cerca di capire quello accadrà. Lui è anche studioso e autore di uno dei saggi che compongono il volume “Chiusi dentro”, che il progetto Sai Cuneo presenterà a Scrittorincittà domenica 17 novembre.
Che scenario dobbiamo aspettarci dopo l’approvazione del Patto in materia di migrazione?
Ciò che si è venuto a delineare con l’approvazione del Patto nel maggio scorso
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