Minacce e mancati aiuti per il figlio, ex marito violento condannato
Per l'uomo i pagamenti dovuti e un anno di reclusione con sospensione condizionale se parteciperà a percorsi di recupero, oltre al successivo risarcimento
“Non ci sono state violenze fisiche ma psicologiche, è sempre stato minaccioso. Non mi stava bene come mi trattava ma da quando è nato nostro figlio le cose sono peggiorate”: è questo il racconto di una donna che dopo nove anni di convivenza ha deciso di lasciare il marito che da quel momento iniziò a minacciare lei e tutti i membri della sua famiglia, nel saluzzese. Per questo motivo P. M. è stato denunciato per stalking e per non aver mai versato il mantenimento concordato nella fase di separazione. Ritornata dai genitori dopo aver vissuto con il marito in un’altra regione, la donna aveva deciso di rivolgersi la centro antiviolenza per denunciare le minacce che aveva subìto in seguito alla separazione: “Diceva che veniva su, prendeva il bambino e poi ci uccideva uno a uno”, ha raccontato ancora la donna al giudice. In seguito alla prima denuncia che venne archiviata, la donna continuò a ricevere telefonate e messaggi minatori; dopo la seconda denuncia l’uomo venne raggiunto dal provvedimento di non avvicinamento e può vedere il figlio in incontri protetti alla presenza di un educatore. Ma per la donna e la famiglia la paura è proseguita in questi anni: “Ci diceva che eravamo dei luridi viscidi, che veniva a casa ci strappava il cuore e se lo mangiava, abbiamo vissuti barricati in casa, vivevamo barricati in casa”. Costretta a lasciare la casa dei genitori per rifugiarsi da altri parenti quando arrivavano i messaggi minatori, a prendere un cane da guardia, a non poter uscire di casa per fare una passeggiata, la donna ha tenuto nota di tutte le minacce ricevute e di tutti i mancati versamenti per il sostegno che negli anni avevano raggiunto la cifra di 18.000 euro. In aula al termine dell’istruttoria il pubblico ministero ha chiesto per l’uomo una condanna a due anni e quattro mesi di reclusione sottolineando il costante e perdurante stato di ansia vissuto dalla donna a causa delle minacce dell’ex marito. Alla richiesta di condanna si è associata la parte civile chiedendo il pagamento della somma non versata per il mantenimento del figlio, mentre la difesa ha sostenuto non essere stato provato il reato di stalking dal momento che la donna nella sua denuncia avrebbe fatto riferimento agli episodi per i quali era stata chiesta l’archiviazione, così come non sarebbe stato portata alcuna prova che l’uomo non avrebbe versato le somme dovute per il mantenimento. Il giudice ha però accolto la richiesta di condanna contenendo la pena in un anno e subordinando la sospensione condizionale alla partecipazione settimanale e al superamento di specifici percorsi di recupero tenuti da associazioni di prevenzione e contrasto per questi reati. L’uomo dovrà anche versare una provvisionale immediatamente esecutiva di 17.500 euro in attesa del giudizio civile che dovrà stabilire il risarcimento.