Stavano insieme da due anni quando decisero di prendere in gestione un bar albergo in zona e da lì iniziarono i problemi che indussero la donna a fuggire da casa per proteggersi dal compagno violento che denunciò a settembre del 2022, dopo due anni di botte, vessazioni e minacce. Ora C.R. è stato rinviato a giudizio con l’accusa di maltrattamenti in famiglia.
In aula l’ex compagna ha raccontato il proprio stato d’animo in quei difficili anni, “avevo sempre il terrore di sbagliare qualcosa; a fine dicembre dovevamo organizzare una festa per Capodanno e lui era arrabbiato perchè mancava della roba, mi insultò davanti ai miei genitori che rimasero scioccati, andai in cucina e lui mi lanciò uno sgabello di legno, feci appena in tempo a spostarmi”.
La donna ha riferito alla giudice che gli insulti erano all’ordine del giorno, “mi diceva hai rotto i…, dove vai senza di me, fai schifo, ti ammazzo”.
A luglio del 2020 all’ennesimo sfogo, dopo aver spezzato il manico di una scopa e aver lanciato uno stendino, lei si rifugiò da una coppia di amici, “lui continuava ad urlarmi di andare da lui che sennò si arrabbiava”.
La prima fuga però avvenne in pieno periodo Covid, “eravamo a casa e ad un certo punto lui diede di matto e a dirmi che mi avrebbe ammazzata, soffocata col cuscino, sono riuscita a scappare e a rifugiarmi da un’amica per qualche giorno, poi dai miei genitori per un mesetto. Lui mandava messaggi e diceva che non sarebbe successo più”. Lei tornava ma la situazione non migliorava per niente, “ facevamo il mercoledì di riposo e andammo a Mondovicino, non ero in forma e chiesi di tornare a casa, nel ritorno mi prese a calci e sputi, a casa mentre ero in cucina mi spinse da dietro, cercavo di scappare ma lui cercava di trattenermi dentro, mentre scappavo sono scivolata sui gradini di casa, ho battuto le costole, ma non ho quasi sentito dolore perchè ero troppo agitata, avevo paura. Lui non voleva che uscissi perchè non voleva che la gente vedesse”.
L’ultimo episodio a settembre del 2022, al ritorno da una cena con amici a cui lui non aveva voluto partecipare, “mi mandò un messaggio e tornai a casa, dissi ai miei amici di aspettarmi perché mi sembrava molto arrabbiato, quando sono entrata in casa mi ha spinto contro l’armadio, mi ha preso per il collo dicendomi che mi ammazzava, sono scappata e lui mi ha spinto contro la porta a vetri sul pianerottolo, poi ho raggiunti gli amici alla pizzeria”. Vennero chiamati i Carabinieri e l’ambulanza; la donna sporse querela e poi si rifugiò a casa di un’amica ed è lì che i Carabinieri dovettero tornare alcune ore più tardi perchè l’uomo si aggirava per strada davanti al palazzo, “siamo stati chiamati dalla padrona di casa – ha riferito in aula il Carabiniere intervenuto – c’erano l’amica che la ospitava e suo fratello; la signora era terrorizzata, piangeva e tremava perchè aveva visto l’ex compagno che girava sotto casa. Quando siamo arrivati la sua auto non c’era più”.
La prossima udienza si terrà il 24 ottobre.