Rivedere il sistema degli ingressi superando i troppi ostacoli burocratici oggi esistenti, garantire tempi certi per far coincidere esigenze delle imprese e dei lavoratori, e potenziare la rete del lavoro agricolo di qualità per eliminare gli spazi di manovra per il caporalato. Sono alcune delle richieste che Coldiretti ha portato all’incontro tra governo e sindacati sulle modifiche alla disciplina per l’ingresso dei lavoratori stranieri in Italia.
Nella Granda sono oltre 10.000 i lavoratori assunti ogni anno dalle aziende agricole – ricorda Coldiretti Cuneo – con una forte rappresentanza di rumeni, albanesi e macedoni, oltre che marocchini, indiani e senegalesi; si tratta soprattutto di lavoro stagionale con picchi di domanda nei periodi estivi della raccolta, che sono garantiti grazie a lavoratori stranieri regolari e perfettamente integrati che si fermano in Italia per qualche mese, tornando anno dopo anno con reciproca soddisfazione.
“Occorre innanzitutto modificare le attuali regole sul Decreto flussi, che rappresentano uno dei maggiori canali da cui si approvvigiona di manodopera il sistema del caporalato. In tale ottica, è necessario superare il sistema del ‘click day’, ma anche escludere dalla possibilità di presentare domande di ingresso i datori di lavoro che in passato hanno inoltrato le istanze di nullaosta per gli stagionali e poi non hanno assunto il lavoratore. È importante lavorare anche sulla certezza dei tempi, tenendo in considerazione la stagionalità del settore agricolo. Capita spesso, infatti, che il lavoratore arrivi quando le attività di raccolta per le quali era stato chiamato sono già terminate. Si richiede che i datori di lavoro agricoli possano usufruire di un sistema più efficiente per incontrare la domanda e l’offerta di lavoro: l’obiettivo è semplificare e rendere più trasparente il processo di assunzione, creando un canale diretto e organizzato tra datori di lavoro e potenziali lavoratori”, sostiene Enrico Nada, presidente di Coldiretti Cuneo.
“Tra le richieste portate al tavolo di confronto c’è anche quella di superare le quote per le conversioni da permesso stagionale a tempo determinato o indeterminato, dando ai lavoratori più garanzie e aiutando al tempo stesso le aziende agricole ad avere una forza lavoro più stabile e qualificata. Infine, è necessario premiare le imprese virtuose che si iscrivono alla rete del lavoro agricolo di qualità, che va completata a livello territoriale dando un ruolo centrale agli enti bilaterali agricoli, ma anche garantire al lavoratore che denuncia il caporale di sfruttamento un permesso di soggiorno temporaneo per ricerca di occupazione” aggiunge Fabiano Porcu, direttore di Coldiretti Cuneo.