Cosa c’entri un tacchino con le parole che usiamo quotidianamente è tutto da scoprire in questo viaggio nella vita segreta delle parole. Niente paura: non si tratta di un saggio sull’etimologia tanto meno di speculazioni semantiche. Piuttosto l’autore ci presenta le parole come scrigni antichi e preziosi dove pescare a piene mani per scoprire le sfumature di senso e cogliere il peso di ogni singolo termine.
Diventare “esploratori del linguaggio” significa iniziare un viaggio affascinante e curioso inseguendo intrecci e connessioni che conducono letteralmente nei più impensabili luoghi del nostro pianeta. Di qui il titolo per un atlante che non parte dalla rappresentazione grafica per esplorare le terre, bensì si lascia guidare dal reticolo di relazioni verbali che funzionano come coordinate geografiche.
Infatti le parole, dice l’autore, lungi dall’arroccarsi in angusti spazi “preferiscono vagabondare apolidi per il pianeta depistando con mestiere e meticolosità chi si mette sulle loro tracce”. Così, per esempio, inseguendo il tacchino si gira l’Italia, poi si arriva in Turchia per essere rimbalzati in Francia e addirittura seguire Colombo verso le Americhe.
Suggestioni verbali che hanno un fondamento nelle etimologie, nelle assonanze prodighe di ipotesi di relazioni culturali sorrette dalle informazioni che vengono dalla storia o dall’economia. La parola diventa contenitore dell’intero pianeta. Illumina su possibili e probabili rimescolamenti di popoli senza per questo mettere in discussioni le appartenenze culturali, sottolineandone tuttavia la ricchezza.
Questo è però solo la base da cui invitare i lettori a giocare con le parole di uso comune e i loro reconditi significati, scandagliarne il mistero, senza disdegnare l’invenzione che non è pura fantasticheria, bensì lavorio di intelletto.
L’ATLANTE DELLE PAROLE
Diego Fontana
Ediciclo
9,50 euro