È stato inaugurato questa matttina, lunedì 9 settembre al Santa Croce, il nuovo reparto di medicina interna, nuovo nella concezione e nei locali completamente ristrutturati al quinto piano dell’ospedale di via Coppino. Un reparto unico, sullo stesso piano, non più diviso tra i due nosocomi, di Cuneo e del Carle, con 53 letti in totale divisi tra alta e bassa intensità.
A presentarlo Luigi Fenoglio, primario della medicina interna: “È un progetto pensato da tanti anni, una decina – spiega Fenoglio – e che ha trovato realizzazione e completo appoggio dal direttore generale Livio Tranchida. Sono qui da 20 anni perché solo a Cuneo si possono fare cose di accellenza che da altre parti non si pottrebbero fare. Ho lavorato con 18 direttori generali ma solo Tranchida e Moirano hanno dato un impulso nuovo a questo ospedale. Un progetto che nasce dall’analisi della trasformazione del contesto epidemiologico dei pazienti che vediamo vengono ricoverati in un ospedale per acuti come il nostro: sono soprattutto pazienti anziani, con diverse patologie, spesso con malattie croniche che si riacutizzano. Non è facile dal Pronto Soccorso capire e individuare esattamente quali siano le cause e dunque dove il paziente è bene venga ricoverato. Per questo abbiamo pensato a un nuova medicina interna, a un reparto generalista ma caratterizzato da una maggiore intensità di cura in una sua parte, dove il paziente trova risposte adeguate senza il bisogno necessariamente di occupare un letto in medicina d’urgenza semi-intensiva”.
Non un nuovo reparto ma una nuova riorganizzazione della medicina interna più efficace e più efficiente. Sette giorno su sette, 24 ore su 24 opera un internista che già con la sua competenza indirizza da subito un percorso diagnostico adeguato. Al mattino chi subentra in reparto si trova già i casi dei ricoveri notturni dal pronto soccorso valutati dai colleghi internisti.
“Vogliamo aumentare l’efficacia e l’efficienza del servizio per i cittadini pazienti – continua il primario Fenoglio – e puntare anche ad avere accessi facilitati e immediati a tac, risonanze e tutti quegli esami necessari per una diagnosi approfondita. Un approccio di cura a 360 gradi, che cerca anche di superare in modo positivo la riduzione dei posti letti del post Covid. Ridurre i tempi di attesa, i tempi di diagnosi, stabilizzare subito il paziente consente anche di occupare per meno tempo il letto con la stessa o con una migliore efficacia di diagnosi e di cura”.
Non avendo più il reparto diviso nei due ospedali si ottimizza anche l’uso del personale, soprattutto dei turni festivi per cui un internista sarà sempre disponibile giorno e notte per tutti i giorni della settimana. Ma a rinforzare la squadra arrivano anche quattro giovani internisti che si sono formati con Fenoglio proprio a Cuneo, essendo l’hub sede di scuola di specialità.
“Anche su questo il direttore Tranchida ci sostiene – conclude Luigi Fenoglio – e non è banale avere quattro giovani medici, specializzandi dell’Università di Torino, che si sono formati da noi e che si sono fidelizzati al nostro reparto, al nostro modo di lavorare e all’ospedale di Cuneo. Non è cosa di tutti giorni, ma è una risorsa fondamentale che fa ben sperare per il futuro di una struttura di eccellenza come quella cuneese”.