Le curve sono un rischio. Soprattutto, negli stadi. Qui, accanto al tifo, cresce la violenza, il razzismo e l’antisemitismo. E proliferano le infiltrazioni criminali, mafiose ed eversive. L’ultimo numerode lavialibera – la rivista di Libera e Gruppo Abele – nel dossier “Curve pericolose” ricostruisce i rapporti tra tifo organizzato ed estremismo di destra, soffermandosi in particolare su alcune grandi città (Roma, Milano e Torino).
Maneggi illegali all’ombra degli stadi
L’analisi prende spunto da dati oggettivi. Il Viminale, nella stagione 2022-2023, conta 260 feriti negli stadi (cinquanta in più anche rispetto al prepandemia, 2018-19) e 126 atti di razzismo e antisemitismo. Nel mondo delle tifoserie organizzate si impenna l’asticella della violenza. Ma non è tutto. Anche la criminalità organizzata entra di prepotenza negli stadi per fare affari, mescolandosi agli ultras. Così oggi attorno allo stadio e dentro lo stadio prolifera un mondo di maneggi legali e illegali, che va dal bagarinaggio al merchandising, fino al controllo dello spaccio di droga anche all’ingrosso, per gonfiare i portafogli dei boss.
Negli stadi s’impone un capitalismo senza ideali
Alle radici del fenomeno ci sarebbe una diffusa e distorta sete di denaro: “A inquinare il calcio è stato, ben prima della criminalità organizzata, un capitalismo senza ideali – spiega don Luigi Ciotti, ispiratore e fondatore dapprima del Gruppo Abele, come aiuto ai tossicodipendenti e altre varie dipendenze, quindi dell’associazione Libera contro i soprusi delle mafie in tutta Italia e nel mondo – Si tratta di un sistema malato che per massimizzare i profitti è disposto a mettere tutto il resto tra parentesi, a partiredall’etica”.
Le intercettazioni riportate nel dossier sono eloquenti. “Faccio 80mila euro al mese con biglietti e parcheggi”, “La mentalità (degli ultras) non me ne frega un c… la mia vita gira intorno al guadagno”, così i leader degli ultras interisti del gruppo milanese Curva Nord 69.
Le mafie inseguono il denaro che gira nel calcio
“La presenza di interessi criminali nel mondo sportivo, e in particolare nel calcio, non è certo una novità – prosegue don Ciotti – Del resto non c’è da stupirsi:le mafie inseguono il denaro, e sappiamo che il calcio di denaro ne fa girare tanto”. Bilanci truccati, cifre stratosferiche per la vendita dei cartellini, giri illegali di scommesse, speculazioni sugli stadi…l’elenco è lungo. “In uno scenario simile non sorprende che anche il tifo organizzato si sia involgarito e, in certi casi, colluso con ambienti malavitosi, trasformandosi in strumento di intimidazione e pressione sulle società per portare vantaggi economici ai suoi leader.”
Negli stadi affari sporchi su sfondo nero
Il malaffare si lega spesso a inni al fascismo e svastiche, che nelle curve ripropongono uno spaccato della società attuale. L’Osservatorio sulle manifestazioni sportive del Viminale segnala anche nel suo ultimo rapporto una crescente “tendenza a costituire gruppi ideologicamente orientati” negli stadi.Sono attualmente 431 i gruppi ultras censiti dalla Digos, e indicati come progressivamente sempre più politicizzati. “Il fenomeno – si legge nel rapporto – continua ad interessare una componente minoritaria, sebbene si stia consolidando la tendenza anche in altri sport, come il basket e l’hockey, e nelle categorie dilettantistiche del calcio“.
Gli stadi sorvegliati speciali dall’antimafia
Da qualche tempo, all’interno della Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo guidata dal procuratore Gianni Melillo, lavora un gruppo di magistratiincaricati di seguire i casi di infiltrazione criminale ed eversiva nelle società calcistiche e nelle curve. Mai prima d’ora il più importante organo di coordinamento delle indagini su mafie e terrorismo si era occupato di questo problema. Il rapporto tra ultras e organizzazioni criminali o neonaziste, secondo Melillo, è stato “largamente sottovalutato” e questo ha lasciato campo aperto alle organizzazioni mafiose interessate a “piegare gli eventi sportivi a fini criminali”.
Inquinato il mondo degli ultras
Un tempo il tifo era sinonimo di passione popolare. Lo ricordano nel dossier le donne ultras della prima ora. “«Una volta essere ultras voleva dire essere fuori dagli schemi – considera Cinzia Toniolo, icona del tifo al femminile del Vicenza – Ma dagli anni Novanta le curve sono in mano alla malavita, oppure sono controllate dall’esterno. Spesso risultano politicamente orientate, soprattutto a destra, ma non solo. La politica, la droga e il business sono entrati in modo prepotente. Il mondo ultras ne è stato inquinato”.