La posizione dell’Italia non è più isolata all’interno dell’Unione Europea.
Dopo l’approvazione della legge italiana contro i cibi sintetici, la diffidenza si è diffusa in Europa con un fronte sempre più ampio di Paesi schierati contro la produzione e il consumo di alimenti in laboratorio per motivi di tutela della salute, etici, economici e ambientali.
“Il provvedimento varato dal nostro Parlamento trova terreno favorevole anche in buona parte dell’opinione pubblica europea dove si sta diffondendo una nuova consapevolezza circa i pericoli legati a una tecnologia dai contorni oscuri che rischia di cambiare per sempre la vita delle persone e l’ambiente che ci circonda” afferma il direttore di Coldiretti Cuneo, Fabiano Porcu.
Dubbi sono stati espressi in Austria e in Francia è stata depositata in Parlamento la proposta di legge “per vietare la produzione, la lavorazione e la commercializzazione di carni sintetiche in tutto il territorio nazionale”.
Formalmente, la proposta di legge transalpina si traduce in un emendamento al Codice rurale francese che introduce il divieto di produzione, lavorazione e commercializzazione delle “carni” prodotte in laboratorio. La proposta di legge è inoltre accompagnata da una relazione che contestualizza la richiesta dei deputati, all’interno della quale si cita esplicitamente come esempio la legge italiana.
Il 23 gennaio scorso le delegazioni di Austria, Francia e Italia hanno presentato al Consiglio europeo un documento in cui hanno espresso una posizione fortemente contraria ai “cibi a base cellulare”, coerentemente con il fatto che l’Uu ha già deciso di vietare gli alimenti prodotti da animali clonati e, da oltre 40 anni, la carne trattata con ormoni che vengono invece utilizzati nei bioreattori per la produzione di cibi artificiali.
Durante il Consiglio dell’Unione dedicato ai temi agricoltura e pesca, altri paesi (Bulgaria, Croazia, Cipro, Grecia, Ungheria, Lituania, Lussemburgo, Polonia, Portogallo, Slovacchia e Spagna) hanno garantito supporto alle preoccupazioni contenute nella nota di Austria, Francia e Italia, mentre altri, non intervenuti nel corso della discussione, avevano già garantito supporto scritto (Repubblica Ceca, Malta e Romania).
“In caso di eventuale voto – spiegano da Coldiretti -, questo gruppo di Paesi, senza considerare tra l’altro quelli non intervenuti nel corso della riunione, rappresenterebbe già una maggioranza qualificata (17 Paesi e 67,45% della popolazione) sul totale dei 27 dell’Unione europea. Anche la commissaria alla Salute e Sicurezza alimentare Stella Kyriakides è intervenuta nel dibattito per sottolineare che sono legittime le preoccupazioni espresse da tali Paesi sulle questioni sociali, ambientali ed etiche, in quanto sono disponibili ancora troppi pochi dati in termini di emissioni, impatti ambientali o prezzi”.
La Commissione Agricoltura e Pesca ha chiesto all’Efsa (Autorità europea per la sicurezza alimentare) di aggiornare le linee guida proprio per integrarle con le recenti informazioni scientifiche sui cibi sintetici.