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Venerdì 27 dicembre 2024

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Cinque indagati, e anche due cuneesi, nell’indagine sulla promozione del fritto misto

A finire nel mirino una promozione gastronomia a Baldissero: tra gli iscritti nel registro il giornalista monregalese Luca Ferrua e l presidente di Visit Piemonte il limone Beppe Carlevaris

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La Guida - Cinque indagati, e anche due cuneesi, nell’indagine sulla promozione del fritto misto

Cinque iscritti nel registro degli indagati per un’indagine che riguarda la promozione turistica piemontese attraverso il cibo e l’enogastronomia. A finire nel mirino anche due cuneesi, il monregalese Luca Ferrua, giornalista e direttore de “Il Gusto” il portale e periodico dedicato al food del gruppo Gedi, e il limonese Beppe Carlevaris, presidente di Visit Piemonte la società in house della Regione Piemonte. Gli altri indagati sono il consigliere comunale di Baldissero Torinese Federico Costa, la socia di Ferrua nella società Rosfert, Maria Ursillo e il direttore di Visit Piemonte Alessandro Zanon.

L’indagine, coordinata dal procuratore aggiunto di Torino Enrica Gabetta e dalla sostituta Elisa Buffa,  è partita dal progetto del Comune di Baldissero “Fricassé ‘d Baudissé an girula” per il rilancio del piatto tipico del fritto misto e secondo l’accusa ci sarebbero stati favori in cambio dell’affidamento di un incarico di promozione e dunque indagine per corruzione e turbata libertà di scelta del contraente. A beneficiarne la società di promozione turistica, la Rosfert, di cui sarebbero soci al 50% Ferrua e la Ursillo, che avrebbe avuto fondi pubblici per 48 mila euro “per costi non sostenuti o falsamente dichiarati” e affidamenti diretti da parte di Visit Piemonte. Per questo sono scattate le perquisizioni. Dal fritto misto l’inchiesta si sta allargando ad altri eventi enogastronomici piemontesi, facendo emergere quello che gli inquirenti sospettano essere un sistema di scambi di favori e interessi.

“La società è stata informata della circostanza e valuterà le azioni conseguenti secondo i tempi previsti, ai sensi delle normative contrattuali”, ha dichiarato il gruppo Gedi in merito all’inchiesta che vede iscritto nel registro degli indagati un giornalista di una testata del gruppo.

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