“Destinando i suoli agricoli al fotovoltaico non ci saranno più terreni da coltivare ed accelereremo la perdita di biodiversità. Il suolo vocato all’agricoltura appartiene agli agricoltori e la multifunzionalità energetica va sviluppata come attività integrata alla coltivazione e all’allevamento. Il consumo di suolo agricolo, destinato al fotovoltaico a terra, minaccia il futuro delle nuove generazioni di agricoltori”. Lo ha spiegato Marco Bernardi, delegato cuneese di Giovani Impresa, il movimento che in seno a Coldiretti si è fatto promotore già nel 2021 di una petizione per fermare il fotovoltaico a terra e incentivare, invece, il fotovoltaico sui tetti di stalle, cascine, magazzini, fienili, laboratori di trasformazione e agriturismi.
Una prima risposta importante è arrivata nel 2022 con il Decreto Agrisolare che ha destinato 1,5 miliardi di risorse PNRR ai bandi per l’installazione di pannelli fotovoltaici sui tetti delle strutture produttive agricole. Prima il bando 2022 poi il bando 2023 sono stati un sostegno per le aziende agricole, per avvantaggiarsi del contenimento dei costi energetici, e un’opportunità di produrre energia pulita senza consumo di terreno fertile a beneficio dell’intero territorio.
Non si è fermata la battaglia Coldiretti, che chiede di fermare le speculazioni in atto sui terreni agricoli per l’installazione di impianti fotovoltaici a terra.
Lo scorso anno la Giunta regionale ha approvato disposizioni volte a regolamentare l’installazione degli impianti fotovoltaici con l’obiettivo di salvaguardare e valorizzare le aree agricole ad elevato interesse agronomico, ad esempio gli areali individuati dai disciplinari di produzione DOP, IGP, DOC e DOCG. In tali aree la Regione ha disposto di installare solamente impianti fotovoltaici di tipo agrivoltaico in modo che la produzione energetica non sia in contrasto con quella agricola, ma integrata.
Un primo passo importante per frenare l’occupazione impropria di suolo agricolo, ma occorre che sia completato al più presto attraverso la definizione di una specifica legge regionale che dia definitiva garanzia dell’uso prioritario del suolo per la produzione di cibo e blocchi ogni tipo di abusivismo energetico. Un ulteriore, fondamentale passaggio subordinato all’approvazione da parte del Governo di un decreto attuativo interministeriale per porre fine, nelle aree di interesse agricolo, al fotovoltaico a terra.