Di questi tempi turbolenti non stupisce trovare una vasta produzione di saggistica geopolitica, con analisi di buona qualità in libri interessanti e stimolanti. Sono interessanti quelli che forniscono risposte ad interrogativi che ci accompagnano, sono stimolanti quelli che generano nuovi interrogativi: più rassicuranti i primi, più fecondi i secondi che aprono nuovi squarci nella lettura della storia passata e prospettano nuovi scenari verso un incerto futuro. E’ una fortuna quando i saggi di geopolitica riescono ad essere contemporaneamente interessanti e stimolanti, come nel caso dell’opera recente di Manlio Graziano, “Disordine mondiale – Perché viviamo in un’epoca di crescente caos” (Mondadori). L’Autore è un noto analista di geopolitica, docente alla Sorbona, saggista presente, tra l’altro, sulle pagine della rivista di geopolitica Limes e del Corriere della Sera. Il libro, dopo una prima apertura chiarificatrice su concetti fondamentali per provare a leggere il nostro mondo come: ordine, disordine e guerra, prosegue con tre densi capitoli i cui titoli basterebbero da soli a inquadrare il tema. Si comincia con “L’ “ordine mondiale”: storia di un’illusione”, per proseguire con l’ “ordine di Yalta” (in entrambi i titoli l’uso delle virgolette non è casuale) e terminare con “Il grande disordine mondiale” (nel libro senza virgolette). Sono 200 pagine dense di informazioni sul nostro passato dalla pace di Westfalia (1648) all’aggressione della Russia all’Ucraina, di audaci proiezioni verso il futuro incerto che ci aspetta, non senza qualche ironica provocazione sull’impotenza delle cosiddette “grandi potenze” in costante competizione tra di loro. Una competizione rappresentata come un movimento sismico permanente di placche tettoniche che al momento dell’urto provocano inevitabili catastrofi.
Particolarmente stimolante l’ultimo capitolo, quello sull’epoca in cui tocca vivere – speriamo ancora a lungo – quella della svolta degli anni ‘90 in Europa, con il crollo dell’Unione Sovietica definito come “il colpo più grave inferto al ruolo dominante degli Stati Uniti” che entrerà progressivamente in una fase di perdita di ruolo, mentre andava crescendo il peso economico della Cina e senza che la Russia, compresa quella di oggi, abbia la forza di contrastare questa nuova coppia alla guida – si fa per dire – di un mondo fuori controllo. In questa stagione della storia del mondo molto poco si dice dell’Unione Europea, un attore debole e diviso sotto pressione della Russia tradizionalmente espansionista e mantenuto frammentato, per quanto possibile, dall’alleato americano, con un “baratto triangolare” che merita una citazione integrale: “Fu così che si consumò un baratto triangolare col quale alla Germania si concedeva l’unificazione (osteggiata da Francia e Regno Unito), agli Stati Uniti si concedeva la messa sotto controllo della NATO della Germania unificata, e all’Unione Sovietica si concedeva che la NATO non si sarebbe estesa neppure “one inch eastward”, neppure di un pollice ad est”. Sappiamo come poi è andata a finire, sempre che finisca, speriamo bene.
Molti altri stimoli andrebbero ricordati, tra queste le divergenze di lettura politica con il “mitico” Kissinger e la sua scuola, la sopravvalutazione della forza della Russia, le contraddizioni USA, per concludere con un apprezzamento per il tentativo di “coordinamento armonico” tra interessi diversi nell’UE, con la “creazione dell’euro o il lancio del programma “NextGenerationEU”, senza però dimenticare che “né la Germania né, soprattutto la Francia, e nessuno degli altri 25 Paesi, ha rinunciato a perseguire i propri interessi particolari” per poi concludere poche righe dopo, con riferimento alle due guerre in corso ai confini dell’UE, che “Non si può escludere che un sisma di più grande magnitudo possa finire col riaprire fratture all’interno del Vecchio Continente lungo le sue storiche linee di faglia”.
Una conclusione non proprio incoraggiante per l’Unione, ma preziosa per incoraggiare i cittadini europei a cogliere l’occasione delle elezioni di giugno per contribuire ad allontanare il rischio di un indebolimento del progetto europeo verso una pacifica riunificazione continentale.
Disordine mondiale – Perché viviamo in un’epoca di crescente caos
Manlio Graziano
Mondadori
18,5 euro