È un inverno caldo quello che ci siamo appena lasciati alle spalle, e non solo da un punto di vista meteorologico.
Le proteste dei trattori sono dilagate in molti Paesi europei arrivando anche in Italia e sulle nostre strade con blocchi, sfilate e manifestazioni di piazza. Le ragioni di questo diffuso malcontento si intersecano e talvolta sono affini – dagli aggravi finanziari agli standard ambientali troppo onerosi – ma più spesso hanno radici profondamente diverse.
Tutto ha avuto inizio in Germania nel mese di dicembre, quando si sono diffuse le prime proteste con un carattere principalmente nazionale: gli agricoltori hanno manifestato in tutto il Paese contro la cancellazione dei sussidi sul gasolio agricolo e contro il ripristino della tassa sulle macchine agricole, misure dettate dalla volontà del Governo tedesco di pareggiare il bilancio 2024.
Poi è stata la volta della Francia, dove gli agricoltori sono scesi in piazza per difendere le sovvenzioni sul gasolio agricolo e chiedere meno burocrazia.
Le manifestazioni si sono propagate in Spagna, Belgio, Romania, Polonia. Infine sono arrivate in Italia dove non si è, tuttavia, abbattuta la scure dei tagli che ha interessato, invece, gli agricoltori di altri Paesi.
Nel nostro Paese il moto di protesta si è sviluppato in varie località con modalità diverse, finalità diverse, dinamiche diverse, a tratti confuse, frammentandosi in breve tempo sul territorio nazionale.
Nella nostra Provincia, al di là dei gruppi e degli specifici interessi che si sono andati a poco a poco a delineare, appoggiati più o meno velatamente da qualche forza politica, resta una base comune di scontento ad animare il mondo agricolo.
Le ragioni di questo diffuso malessere, come riconosce la Coldiretti, sono fondate, a cominciare dal problema dei prodotti agricoli che non vengono pagati adeguatamente agli imprenditori. Ci sono comparti, dall’allevamento di bovini di razza Piemontese alla frutticoltura, in cui è particolarmente evidente che il lavoro degli agricoltori non venga remunerato come merita.