Non erano stati chiariti nell’immediatezza dei fatti e restano ancora oscuri i motivi all’origine dell’accoltellamento di un giovane marocchino avvenuta da parte di un connazionale la sera dell’8 novembre 2022 in piazza Mellano. Ora l’uomo R. E. H. è stato rinviato a giudizio con l’accusa di tentato omicidio, lesioni e porto abusivo d’arma. In aula erano stati ascoltati i militari del Norm di Mondovì che erano stati inviati sul posto dopo la chiamata di due residenti della zona che avevano sentito le urla e avevano visto due persone a terra. Dalle telecamere di sorveglianza i militari avevano potuto ricostruire solo la prima parte del fatto, quando R. E. H. insieme alla vittima dell’accoltellamento arrivavano sulla piazza a bordo dell’auto intestata alla moglie dell’imputato. Qui entravano in scena altri tre uomini, anch’essi marocchini, uno dei quali si avvicinava all’imputato per parlare. Dalle immagini i militari avevano visto che ai due si era avvicinato un altro uomo che all’improvviso aveva sferrato un calcio all’imputato. A quel punto però il gruppo si spostò in un punto non coperto dalle telecamere e la ricostruzione dei fatti è stata affidata ai racconti dei testimoni e della parte offesa, la quale, solo dopo molti richiami da parte dei giudici a dire la verità, ha confermato quanto aveva dichiarato ai Carabinieri pochi giorni dopo il fatto, quando aveva detto di essere stato colpito al fianco destro dall’imputato con un coltello: “Nel pomeriggio eravamo stati in un bar a Villanova e avevamo incontrato quei tre conoscenti e c’era stata una discussione con R. E. H. Poi noi due eravamo andati via e quando la sera quei tre vennero sulla piazza dove io e R. E. H. ci eravamo fermati per parlare delle riparazioni da fare alla mia auto, iniziarono a discutere di nuovo. Io mi misi in mezzo per carcere di dividerli e calmarli e sentii questo colpo al fianco, indietreggiai e poi caddi a terra. Uno dei tre si avvicinò a me e lo sentii gridare agli altri due di togliere il coltello a R. E. H., poi ho perso i sensi”. Quando i militari arrivarono a terra c’erano l’imputato e la vittima dell’accoltellamento e vicino a loro il coltello sequestrato dai militari. Anche uno degli altri due uomini era stato leggermente ferito all’addome mentre cercava di disarmare l’imputato. La vittima che aveva riportato ferite al fegato e all’intestino dovette subire due interventi e venne poi risarcito dai parenti dell’imputato. In aula uno degli altri tre testimoni dell’aggressione ha dichiarato che quel pomeriggio, prima dell’incontro al bar di Villanova, tutti avevano bevuto e si erano drogati e mentre giocavano a carte al bar R. E. H. si sarebbe arrabbiato perché qualcuno gli aveva fatto sparire un pacchetto di sigarette. Sempre secondo questo testimone, l’accoltellamento sarebbe stato un incidente: la vittima si sarebbe messa in mezzo tra i litiganti proprio mentre l’imputato tirava fuori il coltello nel tentativo di colpire gli altri uomini. Il processo è stato rinviato al 24 aprile per il completamento dell’istruttoria e la discussione.