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Martedì 26 novembre 2024

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Nell’orizzonte esistenziale le coordinate del credente

“Il discepolo testimone”: vocazione e missione dimensioni da realizzarsi in ambito comunitario

La Guida - Nell’orizzonte esistenziale le coordinate del credente

Si muove all’interno del triangolo definito dai vertici l’io, gli altri e Dio il saggio di Andrea Adamo sul tema vocazione e missione. Una riflessione sintetica definisce anche le motivazioni che lo sostengono: “Pensare insieme la vocazione e la missione consente di superare anche quell’approccio per cui la vocazione sarebbe una dinamica che riguarda soltanto se stessi e la missione coinciderebbe con il compiere azioni per gli altri”. Si tratta cioè di rileggere i due termini in una luce più ampia che metta in conto anche la riflessione antropologica e culturale.

La vocazione cui fa riferimento l’autore non va riferita in modo esclusivo alla “consacrazione religiosa e, in seconda lettura, quasi per concessione, al matrimonio”. È invece termine che coinvolge l’esistenza come scelta e costruzione del sé. Evidenti sono dunque i limiti di certi modelli vocazionali che parlano di obbedienza a una volontà divina o di risposta a un progetto. Si tratta di cogliere le fragilità di simile impostazioni in quanto rimettono alla diretta azione di Dio l’origine della vocazione senza mettere in conto la libertà dell’uomo, quasi ridotto a un esecutore.

D’altro lato anche una visione più “laica” che parli di autorealizzazione non è esente da pericoli. Può aprirsi ad una visione della libertà personale errata che sfocia in una conflittualità che vede l’altro come ostacolo al proprio diritto di realizzarsi. Se è riduttivo appellarsi alla “voce di Dio” senza un maturo percorso di discernimento, non è meno rischioso evitarne la presenza e restringere l’esistere con le sue tensioni verso il futuro al solo soddisfacimento personale.

Sono gli altri a costituire il termine di ineludibile confronto nel cammino vocazionale. Se è una questione di identità personale da salvaguardare come intima struttura dell’esistenza, è altresì indispensabile sottolineare il contesto culturale in cui tale scelta viene a maturare. È un appello alla concretezza che viene dallo stesso messaggio evangelico di un Dio che ha abitato l’umano. È la “mistica degli occhi aperti” cui fa riferimento l’autore.

La dimensione dell’alterità costitutiva dell’esistenza fornisce le coordinate per sviluppare anche la riflessione sulla missione. Un passaggio per così dire necessario perché una fede è di necessità “testimoniale”, cioè apertura agli altri per comunicare con la vita oltre che con le parole ciò in cui si crede. È evidente che tale testimonianza non può ignorare gli aspetti fondanti la comunità umana quali la pace, la giustizia, la necessità di riconciliazione per ricomporre nel dialogo le diversità fino all’urgenza di salvaguardia del creato.

Il percorso del saggio di Andrea Adamo non perde dunque mai di vista il contesto esistenziale in cui si muove. Chiama in causa la fede, mette a tema il rapporto con Dio, guarda anche alla scelta della consacrazione, ma sempre su un terreno antropologico. Di qui vengono anche alcuni rilievi più specifici intorno ai passi nel cammino del discernimento e ai compiti di chi affianca e accompagna in questa strada.

Il discepolo testimone

di Andrea Adamo

Editrice Eden

euro 15

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