Nel 2022 è stato dedicato un convegno alla lettera pastorale “Camminare insieme” del card. Michele Pellegrino, arcivescovo di Torino, datata 8 dicembre 1971. Il volume raccoglie gli atti, ma soprattutto ripropone il testo della lettera che suscitò grande interesse e non poche discussioni.
Sono proprio le parole del cardinale a costituire l’elemento di maggior significato. A cominciare dal titolo che sottolinea una Chiesa in cammino perché si lascia interrogare dal contesto sociale ed economico di fronte a cui la “comunità ecclesiale ha da riposizionarsi”. Anche però, come vescovo, è invito a un lavoro comunitario: “il lavoro pastorale non è un lavoro da franchi tiratori” o di interessi settoriali magari neppure comunicanti.
Ogni tematica prevede uno sguardo alle domande che vengono dal sociale, dal mondo del lavoro. Guarda poi all’interno della Chiesa, esorta sui passi da compiere per affrontare quelle questioni come comunità di credenti.
In quei primi anni Settanta di problemi ce n’erano veramente molti. Lo stesso cardinale ebbe a definirsi “uomo dell’università” che si ritrova vescovo di una città operaia, ferita da disuguaglianze, percorsa da tensioni. “Non mi illudo di accontentare tutti”, confessa consapevole che quanto scrive può scuotere più di una coscienza.
Pone come mete da costruire e vivere tre ideali: povertà, libertà e fraternità: “in teoria questi valori sono riconosciuti e ampiamente proclamati. Nella pratica noi sappiamo come sono spesso dimenticati e conculcati”. Così denuncia i “troppo scarsi” contatti della comunità ecclesiale con il mondo operaio, sostiene la solidarietà tra i lavoratori e ribadisce le parole della “Gaudium et spes” circa lo sciopero come “mezzo necessario” per la difesa dei diritti, perché il padrone è “un uguale con cui si è stipulato un contratto”.
Parole forti in un momento di tensioni sociali e di estremizzazioni che espongono ad accuse di cui il vescovo è consapevole: “non la smetti di armare la lingua contro i ricchi”. Tanto che qualcuno lo definisce il “vescovo rosso”.
Contro un’apatia verso il politico, il cardinale Pellegrino invita a “inserirsi concretamente nelle vicende umane con l’attività sociale e politica”. L’atteggiamento corretto è quello della povertà non come ideale astratto, bensì come modo di vivere che considera i beni non un possesso, ma uno strumento.
In tale prospettiva la libertà significa rivendicare il diritto di operare secondo coscienza evitando il conformismo, accogliendo però il pluralismo delle idee anche nella Chiesa. Da simile sottolineatura è agevole il passaggio al tema della fraternità che si coniuga in termini di collaborazione sia fuori sia dentro la comunità ecclesiale a cui Pellegrino riserva alcuni passaggi lasciati alla riflessione dei sacerdoti.
“Camminare insieme” non vive dunque solo della “doverosa denuncia”, ma indica strade per essere come credenti “dove si svolge la vita degli uomini”.
Camminare insieme. Tra storia e profezia
A cura di Ass. Centro Maria Orsola
Effatà
15 euro