La prima sessione di esame dell’anno per gli aspiranti “trifolao” che intendono praticare l’attività di ricerca e raccolta dei tartufi sarà martedì 26 marzo al Centro Incontri della Provincia a Cuneo. Una seconda sessione è prevista in autunno. La prova, in forma scritta, si articola in un’ora su venti quesiti a risposta chiusa multipla e viene con un minimo di 18 quesiti positivi. Tra i 17 e 15 quesiti esatti il candidato viene sottoposto ad un colloquio e al di sotto di questo numero è possibile ripetere l’esame trascorsi tre mesi, senza aggravio di spese. I quesiti sono estratti da quelli contenuti nelle sezioni di verifica del corso online “Tartuficoltura”, fruibile in modalità e-learning sulla piattaforma Elfo (http://www.elfopiemonte.it/moodle/).
Ogni anno sono circa un centinaio le domande per partecipare alla selezione ed ottenere i tesserini che autorizzano la raccolta dei tartufi soprattutto nell’area di Langhe e Roero (tartufo bianco), ma anche per altre specie nel Monregalese e su tutto il territorio cuneese lungo la fascia pedemontana. La Commissione esaminatrice per l’accertamento dell’idoneità è affidata ai tecnici del Ufficio Tartuficoltura della Provincia e alle due associazioni dei tartuficoltori della Granda. Gli esami sono organizzati sulla base della normativa regionale per la ricerca e la raccolta nelle “zone libere”, da cui sono esentati i raccoglitori di tartufi sui fondi di loro proprietà o comunque da essi condotti o coloro che sono già muniti di abilitazione rilasciata da altre amministrazioni regionali o provinciali. Al superamento dell’esame di idoneità si ottiene il “tesserino” che è valido per 10 anni rinnovabili e che attesta il possesso dell’abilitazione alla raccolta dei tartufi su tutto il territorio nazionale. La durata del tesserino (dal 1° gennaio al 31 dicembre) è subordinata al versamento annuale della tassa di concessione regionale (140 euro) da effettuarsi entro il 30 aprile alla Regione Piemonte. Oltre al regime della “zona libera”, la raccolta del tartufo può essere esercita anche in regime di “zona autorizzata” , dove cioè la raccolta è riservata agli autorizzati che possono accedere sia a tartufaie controllate (cioè create a partire da un bosco naturale per aumentarne la produzione di tartufi), sia a tartufaie coltivate (cioè create con piante micolizzate).