Viola – Prosegue al tribunale di Cuneo il processo per omicidio colposo a carico di F. R., gestore del bikepark dove il 4 ottobre 2021 perse la vita A. P., 38enne Vigile del fuoco ligure a causa di un salto sulla rampa detta del Saltimbanco. Secondo l’accusa il gestore non avrebbe messo in sicurezza il salto fra le due rampe presenti su quel tracciato di downhill considerato di media difficoltà. In aula uno degli amici della vittima aveva raccontato che quel giorno avevano già fatto tre discese e quella doveva essere l’ultima prima di pranzo. Mentre gli amici avevano imboccato il tracciato “Chicken line”, la vittima aveva invece svoltato a destra sul percorso del Saltimbanco dove erano presenti una rampa di salto e una di atterraggio separate da alcuni metri: ai vertici della rampa di atterraggio era stato agganciato un materasso che scendeva in verticale fino a terra dove proseguiva sul terreno, proprio per evitare conseguenze gravi a chi non fosse riuscito a completare il salto cadendo nel vuoto fra le due rampe. L’amico che era partito dopo di lui aveva imboccato il tracciato più facile e aveva visto la vittima prendere invece la pista del Saltimbanco: “Lo vedevo sulla mia destra, ha fatto il salto ma ha sbattuto nell’angolo tra la rampa e il materasso”. Inutile l’intervento dei sanitari, preceduti nel tentativo di rianimazione da due turisti che passeggiavano nel sentiero accanto alle piste: P. A. morì poco dopo a causa delle ferite riportate al torace nell’urto con la rampa. I Carabinieri avevano rilevato la presenza della segnaletica sul percorso: “I cartelli consigliavano di prendere la rampa con una velocità adeguata”, ha riferito in aula uno dei militari che si occuparono dei rilevi fotografici. Nel corso dell’ultima udienza ha testimoniato anche l’allora comandante della stazione di Mombasiglio che si occupò di reperire tutta la documentazione relativa alla pista di downhill: “Dei cinque tracciati presenti solo tre avevano un permesso di costruzione in sanatoria. Il tracciato del Saltimbanco non lo aveva, quel percorso non doveva esserci”. L’udienza è stata rinviata al 29 gennaio per sentire altri testimoni.