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Venerdì 22 novembre 2024

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Nuovo ospedale al Carle: “Una strada ancora irta e metteremo tutti gli ostacoli possibili”

I consiglieri di minoranza di Cuneo per i Beni Comuni e Indipedenti presentano un ordine del giorno contro il proseguimento del progetto a Confreria

La Guida - Nuovo ospedale al Carle: “Una strada ancora irta e metteremo tutti gli ostacoli possibili”

Cuneo – “La strada per il nuovo ospedale al Carle e per il Partenariato Pubblico Privato è ancora irta di ostacoli e noi metteremo tutte le mine possibili nell’interesse della città e della salute collettiva”.
Così riassume il consigliere comunale Ugo Sturlese, ex primario del Santa Croce, la posizione del suo gruppo, Cuneo per i Beni Comuni (con Luciana Toselli e Nello Fierro), e del gruppo degli Indipendenti di Giancarlo Boselli e Paolo Armellini, che chiedono con un ordine del giorno nel prossimo consiglio comunale a fine gennaio, di “respingere il PPP nella sede di Confreria, realizzare una completa riqualificazione con ampliamento della sede centrale del Santa Croce e investire nei servizi territoriali”.

I consiglieri di minoranza fanno una serie di osservazioni a partire da quello che definiscono il “miraggio della realizzazione di nuovi contenitori ospedalieri a scapito della costruzione di una rete efficiente di servizi territoriali (Case di Comunità, Centrali Operative territoriali, Ospedali di Comunità) che invece dovrebbero costituire  la struttura portante del servizio sanitario”. Si riferiscono agli otto ospedali che la Regione ha annunciato di voler costruire in Piemonte, fra i quali Savigliano  e Cuneo, “per i quali peraltro non si capisce dove saranno reperite  le risorse per il loro finanziamento, al di là dei fondi Inail”, fondi da cui è stato escluso l’Ospedale di Cuneo che secondo la Regione dovrebbe ricorrere al Partenariato Pubblico Privato, “che comportava secondo il precedente progetto un carico per i canoni (interessi sul capitale anticipato dal privato, costo dei servizi di gestione diretta alberghiera) di oltre 50 milioni di euro, che la Regione dovrebbe prendersi in carico, almeno per la parte finanziaria, in condizioni di bilancio molto precarie”.
Ora è stata consegnata alla Regione Piemonte la documentazione relativa al nuovo progetto presentato dalla Inc. Spa della famiglia Dogliani e si attende la Conferenza Preliminare dei Servizi. “La questione – scrivono i consiglieri – appare di grande rilevanza in quanto il territorio interessato nella sede di Confreria, oltre ai vincoli culturali relativi all’edificio di ingresso dell’Ospedale, è costituito da aree vincolate alla legge Galasso come Parco Fluviale di Cuneo, per non parlare dei corsi d’acqua che scorrono nel sottosuolo. A questo punte credo sarà estremamente difficile cercare forme di accomodamento, invocando le ragioni della pubblica utilità… Aggiungiamo ancora fra i fattori negativi un consumo di suolo molto esteso e la necessità di costruire strade di accesso adeguate di alto costo e di non rapida realizzazione”. E poi si parla di iter burocratici lunghi e complicati, dalle leggi regionali per usare i fondi ex Articolo 20 e quelle per coprire le spese di canone, ma anche le decisioni sulla nuova viabilità, il  bando di gara per l’assegnaizone dei lavori,  l’abbandono del Santa Croce e di una vasta area cittadina.
Per questo Sturlese e gli altri consiglieri comunali chiedono al consiglio comunale di deliberare quattro punti: la richiesta di visionare il documento dell’Advisor della prima proposta della  Fininc non più coperta da segreto commerciale; il rifiuto dello strumento del Partenariato Pubblico Privato per la realizzazione del nuovo Ospedale Unico di Cuneo ritenendolo strumento poco adeguato alla realizzazione e parziale gestione di un Ospedale Pubblico; la richiesta alla Regione di destinare i 141,36 milioni dei fondi ex-art 20 per l’edilizia ospedaliera (stanziati a sostegno del progetto di Partenariato Pubblico Privato), i 7,44 milioni da Fondi Regionali e i 33,8 milioni dei fondi ministeriali per interventi antisismici e antincendio alla completa riqualificazione con ampliamento dell’Ospedale Santa Croce; e la dichiarazione “che dei possibili danni legati a eventi sismici o incendi nella sede del Santa Croce vengano ritenuti responsabili l’Aso e la Regione stessa per mancato intervento, pur essendo disponibili i finanziamento ministeriali ad hoc”.

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