Frabosa Sottana – “Presepe per la pace” è il nome dell’edizione 2024 del celebre presepe vivente di Pianvignale, che dopo quattro anni di assenza, si presenta oggi sabato 6 gennaio con una veste rinnovata. A partire dalla formula proposta, non più articolata in tre serate, ma presentata attraverso un unico appuntamento nel giorno dell’Epifania.
Inizio alle ore 10 e conclusione affidata alla messa dell’Epifania delle 17. L’evento ad ingresso libero comprenderà l’esposizione dei disegni realizzati dalle bambine e dai bambini delle scuole dell’infanzia e primaria di Frabosa Sottana, la presenza della Sacra Famiglia e dei Re Magi, la messinscena degli antichi mestieri e la distribuzione di specialità enogastronomiche. All’interno del percorso sviluppato nella frazione collinare, si potrà osservare il lavoro di lavandaie, sarte, ricamatrici, filatori, scultori, cestai, fabbri, boscaioli, pastori, salumieri, pastai, fornai, spannocchiatori.
“Si tratta di una manifestazione nuova rispetto a quella apprezzata in passato – racconta Paolo Voarino, presidente della Pro Loco – che prosegue una tradizione nata in valle Maudagna nel 1983”.
A curarne la realizzazione saranno il Comune e la Pro Loco, con il contributo della Fondazione Crc e il sostegno della parrocchia di Alma e Pianvignale amministrata dal parroco don Gianni Martino.
Le Pro Loco ospiti di Pianfei e Torre Mondovì che cucineranno carne alla brace e serviranno cupete, unitamente al Gruppo Alpini che preparerà la polenta, renderanno la giornata particolarmente golosa.
Possibilità inoltre di degustazione di torta di castagne, torta di nocciole, mundaj e altri dolci accompagnati da cioccolata calda, vin brulè e tisana frabosana.
“Questa rappresentazione – aggiunge Paolo Voarino – nasce con l’obiettivo di ricercare, studiare e mantenere in vita mestieri e abilità dimenticati, che sono stati parte fondamentale del nostro percorso storico e del nostro essere di oggi. Riproporre il modo di vivere della gente di montagna, dove ogni cosa era frutto di fatica e di ingegno, dove l’arte si tramandava di padre in figlio, in un mondo più povero ma più solidale, dove il necessario bastava, ci porta vicino alla semplicità e al mistero della grotta di Betlemme. Confidiamo che questa nuova formula possa dare uno slancio nuovo all’evento, reduce da quattro anni di stop”.