Cuneo – La segnalazione era arrivata in Italia ad agosto 2021 dalla statunitense Homeland Security Agency che nel 2020 aveva avviato un’indagine di contrasto alla circolazione di materiale pedopornografico; sulla piattaforma Viber era infatti stato scoperto un gruppo di 226 persone gestito da latinoamericani in cui erano presenti, fra gli altri, anche 12 italiani e fra questi E. P., di origine romena e residente in provincia, rinviato a giudizio con l’accusa di scambio di materiale pedopornografico. A riferire sullo svolgimento delle indagini il coordinatore della squadra sotto copertura della Polizia postale di Torino che ha ricevuto l’informativa dagli Stati Uniti e ha svolto le indagini In Italia: “La particolarità di Viber è che i suoi canali sono quasi tutti a invito, il gruppo su cui si indagava si chiamava ‘Cançao da Paz’ (cantano i ragazzi) e il contesto era inequivocabile. Molto spesso su questi canali la cessione di materiale pedopornografico è l’unica moneta di scambio utilizzata per ottenere altro materiale. Dall’utenza telefonica risultava che E. P. avesse già postato un video a fine 2020 e quindi si cercava di verificare se ne avesse ricevuti altri, tramite perquisizione informatica che però non ho eseguito io”. L’udienza è stata quindi rinviata all’8 febbraio per acquisire le deposizione degli agenti che hanno materialmente svolto la perquisizione, per ascoltare l’imputato e per la discussione.