Cuneo – La mobilitazione promossa da Cgil e Uil con lo slogan “Adesso basta!” continua e per il comparto privato interessa venerdì 24 novembre anche il Piemonte, insieme ad altre regioni del Nord. Per la provincia di Cuneo è in programma la manifestazione delle due forze sindacali nel capoluogo: il ritrovo alle 9.30 in piazza Galimberti e poi il corteo lungo via Roma, fino a piazza Audiffredi; conclusioni di Giovani Mininni, segretario nazionale Flai Cgil.
“Abbiamo proclamato lo sciopero generale per le mancate risposte che la legge di bilancio darà ai problemi urgenti delle persone – si legge in una nota diffusa dalle due organizzazioni sindacali -. Le retribuzioni sono falcidiate dall’inflazione e avevamo richiesto una detassazione delle tredicesime e degli aumenti dei rinnovi contrattuali. Il Governo non solo non ci ha risposto ma non ha stanziato le risorse sufficienti per i rinnovi dei comparti del pubblico impiego programmando di fatto l’impoverimento di milioni di persone impiegate nei settori pubblici e privati. Il lavoro precario sta uccidendo il futuro delle persone e la tenuta sociale ed economica delle nostre comunità alimentando un senso di rassegnazione e frustrazione che rischia di sprofondare, nella solitudine e nella povertà, cittadine e cittadini che non riescono a immaginare un progetto di vita da realizzare e condividere. La sanità e la scuola pubblica continuano a subire tagli pesantissimi che stanno minando le fondamenta stesse del nostro sistema sociale. Avanti di questo passo vincerà la privatizzazione del diritto alla salute e del diritto all’istruzione compiendo uno sfregio ai principi di libertà e democrazia garantiti dalla nostra Costituzione e impedendo a molti l’accesso a servizi essenziali per la cura e la crescita culturale e intellettuale delle persone. Si continua a fare cassa sulle pensioni, adeguando solo parzialmente il loro valore al costo della vita. Inoltre i partiti di maggioranza avevano promesso in campagna elettorale di voler cancellare la legge Monti-Fornero che aveva innalzato in maniera considerevole l’età pensionabile. Il Governo è riuscito nell’impresa di peggiorarla ulteriormente allungando i tempi per la maturazione del diritto alla pensione per l’opzione donna, per quota 103 e per l’APE social e facendo ripartire l’adeguamento dei requisiti per la pensione anticipata alle aspettative di vita. E mentre si tagliano diritti, salari e pensioni si pensa a ridurre le tasse agli altri: Flat Tax per i lavoratori autonomi e nuovi condoni per chi le tasse solitamente non le paga facendo un ulteriore regalo agli evasori fiscali. Il Governo è stato sordo ai nostri richiami, anzi consegna all’immaginario collettivo un Paese che non esiste. In assenza di risposte abbiamo deciso di scioperare, consapevoli del sacrificio che chiediamo alle lavoratrici e ai lavoratori italiani ma certi che questo sforzo potrà servire per aprire un vero confronto nel quale chi vive di lavoro venga finalmente considerato a tutti gli effetti come un cittadino che vede garantiti i propri diritti stabiliti dalla Costituzione: avere un salario giusto, un lavoro sicuro, potersi curare, studiare, andare in pensione prima della consunzione fisica”.