Cuneo – Dopo il successo della prima edizione dello scorso anno, torna a Cuneo Connecting Worlds, un evento diffuso che, a partire dal dialogo tra arte contemporanea e ricerca scientifica, invita la collettività a partecipare attivamente alla creazione di scenari futuribili di sostenibilità.
L’evento sarà visitabile venerdì 29, sabato 30 settembre e domenica 1° ottobre presso Largo Giovanni Audiffredi, la Casa del Fiume al Parco Fluviale Gesso e Stura di Cuneo e l’Info Point adiacente.
L’iniziativa, a cura di Andrea Lerda, è realizzata dall’Associazione Art.ur, con il sostegno del Parco Fluviale Gesso e Stura, della Città di Cuneo, della Regione Piemonte e della Fondazione CRC, con il patrocinio del Cuneo Montagna Festival, con la partnership tecnica di Ferrino e la collaborazione della Protezione Civile di Cuneo.
Il progetto prende forma in contemporanea con la settima edizione della residenza d’artista Living Room. Negli stessi giorni saranno infatti visitabili, nel centro storico di Cuneo, i quattro progetti realizzati dagli artisti invitati a riflettere sul concetto di Scenari primordiali. Le due iniziative dialogano in questo modo in maniera tematica e creano una narrazione corale.
Connecting Worlds 2023 concentra la sua riflessione sul concetto di fecondità. Le opere di sei artisti italiani e internazionali – esposte all’interno di tre tende della Protezione Civile grazie alla collaborazione con Ferrino e che simboleggiano il concetto di emergenza − propongono un racconto nel quale alla denuncia della devastazione prodotta dall’impatto antropico sugli ecosistemi, si affianca una serie di immaginari di rigenerazione nonché l’invito a una nuova “risonanza” con la natura.
I lavori di Laurence Bonvin, Giovanni Chiamenti, Markos Kay, Gabriela Oberkofler, Lucy + Jorge Orta e Fabio Roncato, entrano in dialogo con alcune delle problematiche ambientali più urgenti, come la fusione dei ghiacciai, la contaminazione da micro e nanoplastiche, la deforestazione, la produzione intensiva e l’utilizzo di agenti inquinanti nelle coltivazioni agricole, ma si pongono altresì come spunti di riflessione verso nuovi modi di intendere, progettare e dare forma a una coesistenza etica, sostenibile e intelligente con il Mondo.
La narrazione artistica è affiancata da una serie di contenuti scientifici affidati a Valentina Balestra, Stefania Tamea, Tiziana Anna Elisabetta Tosco e Alberto Viglione, ricercatrici e ricercatori del Dipartimento di Ingegneria dell’Ambiente, del Territorio e delle Infrastrutture del Politecnico di Torino.
Connecting Worlds prende vita nello spazio pubblico, a testimonianza del fatto che l’obiettivo dell’iniziativa è di coinvolgere direttamente la comunità nel complesso processo di cambiamento culturale e di adattamento alle alterazioni del clima. Come ci ricorda il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres, siamo infatti passati dall’era dell’Antropocene a quella della “bollitura globale” e si sta ormai materializzando ciò che è stato definito “collasso climatico”.