Usando le voci di diversi personaggi, Catherine Dunne esplora l’esperienza della maternità in Irlanda. Dalle “madri nubili” che fuggirono a Londra negli anni ‘50 per avere i loro bambini in segreto, alle ragazze e alle donne incarcerate nelle case irlandesi per madri e bambini, alle sfide della maternità ai giorni nostri. È un libro di denuncia scritto come un giallo che prende spunto da quella terribile scoperta del 2017, una fossa comune con i corpi di 800 bambini, che ha portato a dominio pubblico le atrocità compiute in Irlanda dal 1922 al 1998 con le case per ragazze madri, dove le donne venivano mandate per “espiare” le loro colpe di una maternità non attesa e i figli strappati per essere dati in adozione o che finivano per morire di stenti. Una commissione, dopo cinque anni di ricerche, nel gennaio 2021 ha presentato la sua relazione al Parlamento di Dublino, seguita dalle scuse da parte dello Stato. Il racconto qui parte dall’incontro di due donne che non si conoscono, Tess e Maeve in un caffè di Dublino. Maeve vuole dare informazioni a Tess sui suoi due figli di cui le non sa più nulla. Un romanzo corale su famiglia, amicizia, maternità, amore e sopraffazione, consenso e abuso, tutela dei minori e delle donne incinte. Un romanzo forte con storie e intrecci complessi, temi delicati di storie di sofferenza ma anche di grande solidarietà femminile raccontate in un continuo intersecarsi di periodi temporali, con grande maestria da un’autrice che sa usare e dosare parole e sentimenti.
Una buona madre
Catherine Dunne
Guanda
19 euro