Cuneo – Che cosa sarà del collegamento Italia-Francia per il raddoppio del tunnel di Tenda? Di fronte ai tanti dubbi, il territorio vuole sapere e per quanto possibile vuole decidere, o almeno essere ascoltato. E parlerà con una voce unica, com’è nello spirito del “modello Cuneo”: questo è emerso nella mattinata di oggi (giovedì 3 agosto) nell’incontro in Provincia con Regione e sindaci della zona, in cui è stato deciso l’insediamento del tavolo di monitoraggio sugli sviluppi della grande opera, chiamata a ridare una strada in grado di unire il Piemonte meridionale con la Costa Azzurra e con la Liguria. Regione, Provincia, Camera di commercio, Comuni di Cuneo, Borgo San Dalmazzo e della valle Vermenagna: tutti insieme “senza distinzione di maglie politiche” né di altro genere, è stato sottolineato a più riprese, proprio per parlare a una sola voce con Anas e ministero, in vista anche dei confronti tra i due Paesi coinvolti (tanto più per l’evidente asimmetria di interessamento per il completamento dell’opera, visto che i francesi non intendono sborsare nuovi fondi). E per chiedere che i tempi siano rispettati, dopo anni di enormi ritardi: se da una parte può essere normale un incremento dei costi con la conseguente rimodulazione finanziaria, dall’altra per il Tenda Bis si profila l’incognita del futuro del vecchio tunnel. Quest’ultimo – ora smantellato ma anche stralciato dai progetti affidati all’impresa cui è stato affidato l’appalto dopo l’estromissione della vincitrice – era chiamato a diventare “prima canna” per una direzione accanto alla “seconda canna” per l’altra. Invece il nuovo tunnel aprirà a doppio senso di marcia, in attesa di una ridefinizione del vecchio (con tutti i timori sui tempi di una nuova gara d’appalto europea). Il cronoprogramma riferisce di giugno 2024, con apertura in modalità “safety car” a fine 2023: un’ipotesi che al territorio non piace, con la richiesta di non perdere ulteriore tempo nella preparazione di questo standard transitorio, ma piuttosto di stringere sulla conclusione per aprire prima dell’estate prossima, magari già in primavera. E su eventuali altre soluzioni, come l’idea emersa recentemente di un nuovo tunnel da Panice, la chiusura è netta: “Ci si muove solo nell’ambito dei progetti già approvati, perché è troppo alto il rischio di ridiscutere accordi internazionali”, ha detto il presidente della Regione Alberto Cirio. Quest’ultimo ha anche confermato che per la conclusione del Tenda Bis “non stupisce che ci siano maggiori costi, avviene così per tutti i cantieri aperti, e comunque non c’è un problema di risorse, ci è stato assicurato dal governo, che anzi ha dato disponibilità a stanziare quanto serve, ma di tempi, con i ritardi nella realizzazione degli interventi. Il territorio è compatto nel chiedere che si proceda con la massima rapidità possibile, perché finora i problemi sono già diventati enormi e non si può attendere oltre”.
Il nuovo tavolo di monitoraggio si riunirà a fine agosto per la stesura di un documento da presentare prima della conferenza intergovernativa italo-francese in programma a fine settembre, proprio affinché si giunga a quell’appuntamento con un’idea condivisa con gli enti locali e con chi rappresenta cittadini e imprese. E per non ritrovarsi poi con scelte calate dall’alto e non rispondenti ai bisogni reali di chi vorrebbe poter viaggiare ed esportare.