Guido Vigna è nato a Cuneo nel 1955. Vive e lavora a San Bernardo di Cervasca. Ceramista e scultore, ha iniziato la sua attività nel 1980, con una produzione al tornio, smaltata con tecniche tradizionali, per passare assai presto al Raku, di cui è divenuto un abile maestro, e quindi ad una produzione di pannelli, formelle, dischi, bassorilievi e sculture realizzate con svariate lavorazioni, dalle terre sigillate ai gres, dagli ingobbi ossidati ai vetri fusi nella ceramica. Oltre alle opere ceramiche, Vigna ha realizzato anche sculture in bronzo, in pietra e installazioni polimateriche e pitture acriliche. I suoi pannelli ceramici sono documenti di passioni vigorose e ideazioni di atmosfere meditative e serene.
– “La ceramica ha pur sempre qualcosa di sacro… I popoli antichi ci inviano attraverso il tempo lettere di terracotta…”, dice lo stesso Vigna.
Sa infondere freschezza e originalità sempre coinvolgenti ai suoi lavori, che fuoriescono da elaborazioni tecniche di sua invenzione (come i Rullini Ossidati), così come sono realizzati da lui stesso forni, terre, colori e vernici. Vigna insegna da anni nei suoi corsi questi procedimenti a molti giovani ceramisti, sia nella sua cascina-laboratorio-abitazione che all’estero (dapprima nello Studio Clay di San Francisco negli Usa e da ultimo alla Toepferschule in Svizzera). Ha ottenuto riconoscimenti ufficiali in concorsi nazionali e internazionali e ha partecipato a una quarantina di esposizioni personali presso prestigiosi Enti pubblici e privati e associazioni culturali in Italia e all’estero.
Scrive Angelo Mistrangelo: “Vigna ha colto l’essenza di un dialogo continuo con la realtà circostante, con gli oggetti quotidiani, con le tecniche mediante le quali trasforma la materia in frasi musicali, in linee fluenti e armoniose, in vivaci accostamenti cromatici. E il suo discorso è caratterizzato da una “scrittura” che da certe cadenze surreali è approdato a una contenuta gestualità, a un controllato astrattismo, mentre in alcune occasioni ha recuperato i momenti del dettato informale. In tale direzione, Vigna ha conferito una nitida linearità alle sue sculture, che si ergono nello spazio come totem o forme simboliche e spirituali (“Gran Mediterranea”) o, ancora, in singolari sviluppi verticali (“Condominio 3”). Terracotta e ossidi, semigres e vetro, bronzo e raku, rappresentano i materiali e le tecniche impiegate da Vigna per conferire una personale identità al proprio lavoro che, in ogni caso, mantiene inalterato il fascino di un’ “invenzione”, mai scontata, ma sicuramente frutto di una elaborazione resa possibile da una non comune manualità”.
Ha viaggiato e lavorato in Colombia e in Oriente, studiando il batik sull’isola di Giava, le carte di riso in Vietnam e le antiche tecniche indiane di fusione del bronzo, presso l’atelier dello scultore Sri Rajan nell’India del Sud. Tra gli ultimi riconoscimenti, sono da ricordare la selezione di una sua Kalostruttura al Kitsa (2nd International Triennal of Silicate Arts) del 2008 in Ungheria, che premia le innovazioni tecniche ed estetiche nelle arti della ceramica, del vetro e della scultura in cemento, e la personale all’Urban Gallery di Marsiglia nel 2010.
“Nella sua esposizione – dice Pascal McLee – si alternano pezzi di delicato lirismo a piccole sculture ironiche e ludiche, rigori astratti a derive espressioniste, informali di grande poesia a tavole di un surrealismo visionario. Uno stile personale basato sulla quotidiana frequentazione ceramica connette tutti suoi lavori, sia che si rivolga a problemi attuali, al suo territorio, ai sentimenti, o alle problematiche di strutturazione spaziale dell’opera”.