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Venerdì 22 novembre 2024

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Contro il Decreto Cutro per difendere diritti fondamentali

Ieri (martedì 18 aprile) il Sistema di Accoglienza e Integrazione di Cuneo è sceso in piazza per protestare contro il testo di legge e i suoi emendamenti

La Guida - Contro il Decreto Cutro per difendere diritti fondamentali

Cuneo – “I diritti fondamentali non possono essere una questione di fortuna”. Il cartello esposto da un gruppo di ragazzi riassume perfettamente le motivazioni alla base della manifestazione organizzata martedì sera (18 aprile) davanti alla prefettura di Cuneo dalle cooperative e dalle associazioni che a vario titolo operano all’interno del Sai, il Sistema di Accoglienza e Integrazione di Cuneo.
Al centro del sit-in gli ementamenti di conversione del Decreto Cutro varato dal Governo Meloni dopo il naufragio di febbraio sulle coste calabresi, testo di legge che prevede l’abolizione della protezione speciale per i migranti che arrivano nel nostro Paese e che non posseggono i requisiti per ottenere l’asilo politico, l’introduzione dello stato di emergenza e alcune modifiche all’attuale sistema di accoglienza.
“Il testo che sta per essere approvato condurrà ad un peggioramento della condizione dei migranti, e a un conseguente impatto negativo non solo sui territori, ma anche e soprattutto sul rispetto dell’essere umano in quanto tale – hanno sottolineato le associazioni  cuneesi in un documento condiviso che è stato consegnato al termine della manifestazione al Prefetto Patrizia Triolo -. E’ evidente l’intenzione di smantellare il sistema pubblico di accoglienza gestito dagli enti locali, dato il mancato accesso dei richiedenti asilo nel sistema Sai separando così l’accoglienza dall’integrazione e alimentando nel tempo, così come già successo con il decreto sicurezza le tensioni e l’insofferenza sociale”.
Tutte misure ritenute “inique e pericolose”, come sottolineato più volte negli interventi che si sono succeduti davanti alla Prefettura. “Queste misure non ridurranno il numero degli sbarchi – ha sottolineato il consigliere comunale Ugo Sturlese (Beni Comuni) -, anzi, aumenterà semplicemente il numero dei clandestini e li esporrà ulteriormente a episodi di microcriminalità”.

Tra i punti più criticati l’introduzione dello stato di emergenza

Cuneo protesta contro il decreto Cutro

“Lo stato di emergenza si dichiara a seguito di una calamità improvvisa e non prevedibile nei suoi effetti devastanti. Il fenomeno migratorio è invece strutturale, lo è da diversi anni, e lo sarà ancora di più nel futuro – sottolineano le associazioni -. La storia dei fenomeni migratori ci insegna che ogni tentativo di limitare l’afflusso di persone non è mai riuscito:  il processo va governato, con responsabilità e lungimiranza”.

 

Una legge che indebolisce il sistema di accoglienza

Cuneo protesta contro il decreto Cutro
Gli emendamenti proposti al Decreto prevedono anche alcune modifiche all’attuale sistema di accoglienza. “La legge indebolisce l’accoglienza diffusa e potenzia  gli hotspot, i centri di accoglienza provvisori e Cpr (Centri di Permanenza per i rimpatri), con un dispendio inutile di risorse pubbliche – sottolieano i referenti del progetto Sai Cuneo -. Nei centri provvisori la qualità dei servizi erogati ai richiedenti asilo verrà abbassata così come scritto nella relazione tecnica allegata agli emendamenti proposti: ‘verranno erogate prestazioni di accoglienza inferiori e ridotte’, in totale sfregio della dignità e dei diritti delle persone. Gli hotspot si configureranno come strutture di detenzione informale da usare in maniera sistematica durante le procedure di identificazione e utilizzate anche durante la procedura della richiesta di asilo, in assenza di una base legale per la privazione della libertà all’interno di tali centri. Gli emendamenti proposti prevedono la possibilità di inserimento nei progetti Sai solo dei richiedenti asilo vulnerabili o provenienti da specifiche zone geografiche, che giungono in Italia con i corridoi umanitari, con una irragionevole disparità di trattamento nei confronti di persone provenienti dalle medesime aree geografiche, ma che giungono in Italia in maniera irregolare. A queste persone resterà comunque interdetta l’opportunità di accedere ai servizi di accoglienza di secondo livello, che riguardano l’integrazione delle stesse nel tessuto della comunità ospitante”.
A manifestare in piazza, oltre ai rappresentanti di Acli, Aifo Cuneo, associazioni Micò, Mare Aperto Piemonte, Spazio Mediazione e Intercultura, Caritas Cuneo-Fossano, Cgil, Comunità Papa Giovanni XXIII, Comitato Pace e Giustizia di Fossano, Commissione Giustizia e Pace Diocesi Cuneo-Fossano, Comunità di Mambre, Consorzio Compagnia di Iniziative sociali, Collettivo Zaratan, le cooperative sociali Insieme a Voi, La Valdocco, Il Ramo, Momo, Europasilo, Orso, Emmaus Cuneo, il circolo Italia-Cuba di Cuneo, Lvia, Orizzonti di pace, Pastorale sociale Cuneo-Fossano, Refugees Welcome, anche alcuni studenti cuneesi.

 

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