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Venerdì 22 novembre 2024

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Biodigestore, il Comitato del no annuncia battaglia

Sulla localizzazione dell’impianto emergono anche perplessità di tipo urbanistico

La Guida - Biodigestore, il Comitato del no annuncia battaglia

Borgo San Dalmazzo – “Il nostro impegno non si ferma. Quando arriverà il progetto esecutivo/definitivo e riprenderà la procedura di Valutazione di Impatto Ambientale faremo le nostre osservazioni scritte e informeremo la cittadinanza con una nuova assemblea pubblica”.

Con queste parole Mauro Fantino, promotore del Comitato del No al Biodigestore di Borgo, ha concluso l’assemblea svoltasi lunedì 6 marzo nel salone consiliare di Borgo. Assemblea molto partecipata, con la sala gremita da oltre un centinaio di persone e un fitto dibattito protrattosi per oltre due ore.

Fantino, dopo aver ripercorso le tappe della vicenda, ha sottolineato che, quando il progetto preliminare venne approvato dall’assemblea dei sindaci nel 2019, si basava su due presupposti: l’assenso del Comune di Borgo e la certezza del conferimento dei rifiuti organici da tutti i bacini della provincia di Cuneo per un totale di 40-45.000 tonnellate/anno. Condizioni che nel tempo sono venute meno.

Le critiche più pesanti Fantino le ha indirizzate alla sindaca di Cuneo, Patrizia Manassero, che nell’assemblea dei sindaci dell’Acsr ha votato sì all’accettazione del finanziamento con fondi Pnrr: “Una pugnalata alla schiena, non solo alla città di Borgo, ma a tutto il territorio. Una decisione che incrina i rapporti di fiducia su tutti i fronti”.

Franco Dini ha ribadito le perplessità legate agli aspetti ambientali, precisando: “Non siamo contrari alla tecnologia del biodigestore anaerobico, ma a questo biodigestore, per il posto dove dovrebbe sorgere, per la dimensione e perché non baricentrico rispetto al territorio provinciale”.

La sindaca di Roccavione, Germana Avena: “In questa vicenda sono mancate onestà e rispetto. Non è vero che Borgo è isolata, Borgo ha l’appoggio delle sue valli”.

Presenti in sala anche diversi amministratori comunali di Borgo, a cominciare dalla sindaca Roberta Robbione che ha spiegato i motivi della contrarietà al progetto: “Non abbiamo mai messo in discussione gli aspetti tecnologici o ambientali, ma solo l’aspetto economico, dal momento che manca la sicurezza sul conferimento dei rifiuti organici da tutta la provincia. Non posso dire sì a questo progetto perché non so quali saranno le ricadute effettive sui cittadini non solo di Borgo, ma di tutti i 54 Comuni del bacino”.

Cosa succederà adesso? “La progettazione va avanti, ma il Comune non sta fermo – ha spiegato la sindaca -. Intendiamo tutelare l’interesse dei cittadini e a questo scopo ci stiamo consultando con i legali. C’è anche una questione urbanistica: abbiamo chiesto a Acsr di dire dove intendono inserire i nuovi impianti, essendoci anche aree da vagliare attentamente. Parliamo dell’unica zona agricola della città, la dobbiamo preservare. Abbiamo il dovere, per chi ha qui la sua attività e per tutti i cittadini, di andare fino in fondo”.

Posizione ribadita dall’assessore all’Urbanistica, Francesco Rosato: “Ci sono apparenti incompatibilità di tipo urbanistico, sarà materia da valutare sotto il profilo legale. Sono necessari approfondimenti e studi geologici, dopodichè si prenderanno i provvedimenti necessari. Dire di no al finanziamento non è segno di debolezza, ma di forza”.

Netta contrarietà al progetto è arrivata anche dall’onorevole Chiara Gribaudo, dal consigliere regionale Ivano Martinetti, dai consiglieri comunali di Cuneo Giancarlo Boselli, Ugo Sturlese e Paolo Armellini, oltre che dall’assessore di Borgo Armando Boaglio. Insomma, per il biodigestore di cui si discute da oltre tre anni, si annuncia un cammino tutt’altro che in discesa.

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