Boves – Davanti al giudice si è giustificato dicendo che quella frutta marcia, trovata all’interno della sua azienda nell’ottobre 2019 e che gli è valsa un’accusa di frode in commercio e detenzione di prodotti alimentari in cattivo stato di conservazione, non sarebbe mai stata venduta e che era stata messa da parte per essere destinata al macero. Quando i Nas di Alessandria entrarono nell’azienda di ingrosso di frutta e verdura di P. M., ora ex titolare di quell’azienda, trovarono un’impiegata che lavorava su 27 chili di mirtilli, separando quelli buoni da quelli ammuffiti. Nella cella frigorifera i militari trovarono altre cassette di pere, zucchine e mirtilli invase da muffa e locali dove venivano conservati insieme alimenti e prodotti fitosanitari. “La conservavo in cella frigorifera in attesa di mandarla al macero ha raccontato l’imprenditore al giudice – perché se l’avessi tenuta fuori si sarebbe riempita di moscerini. Non avrei mai messo in vendita una simile spazzatura, avevo clienti grossisti in tutta Italia”. Su parte di quel prodotto marcio, le castagne in particolare, la consulente agronoma dell’imprenditore aveva riferito che avrebbe dovuto essere testato un nuovo prodotto fitosanitario in grado di ritardare la marcescenza, ma l’ispezione dei Nas era arrivata prima che si potessero effettuare quei test. Dai controlli dell’Asl risultava che quell’azienda era già stata destinataria di una prescrizione relativa alla separazione di prodotti fitosanitari dagli alimenti e nel corso della verifica che seguì l’ispezione dei Nas, emerse il cattivo stato di conservazione di circa una tonnellata di frutta e verdura. Il processo è stato rinviato all’11 aprile per ascoltare l’ultimo testimone della difesa cui seguirà la discussione.