Cuneo – No alla guerra, in ogni sua forma, e sì alla pace e al disarmo. Circa 300 persone hanno partecipato oggi, venerdì 24 febbraio, alla marcia della pace organizzata a Cuneo dal comitato Pace e Disarmo di Cuneo in occasione dell’anniversario del primo anno dall’inizio della guerra in Ucraina. Una marcia iniziata davanti alla Prefettura, con la consegna al prefetto, Fabrizia Triolo, e alla sindaca, Patrizia Manassero, del documento “In piedi costruttori di pace” sottoscritto da 29 associazioni e gruppi per sostenere la volontà di pace e di collaborazione tra i popoli.
La manifestazione è poi proseguita in via Roma fino a piazza Galimberti, accompagnata dalla musica, con alcune tappe per interventi e letture da parte dei partecipanti. Durante il percorso sono stati accesi dei lumini, simbolo di come tante piccole luci possono cambiare il corso degli eventi.
“Il mondo ci è stato affidato, noi siamo depositari dell’incarico di coltivare il giardino di Dio, non di distruggerlo – ha detto il vescovo, Piero Delbosco nel suo intervento – La guerra distrugge, lavoriamo tutti insieme per la pace. È bello che questa sera siamo in tanti, di colori diversi, uniti intorno all’unico valore”.
Le richieste contenute nel documento sono quelle di bloccare il riarmo per evitare un disastro senza precedenti, sospendere subito i finanziamenti pubblici per gli acquisti di prodotti pericolosi offerti dalla tecnologia militare, a scapito delle risorse per beni più impellenti per i cittadini, negoziare la pace e salvaguardare le persone.
“Il 24 febbraio 2023 cade l’anniversario dell’invasione russa dell’Ucraina e l’inizio di una guerra che ha provocato 200.000 morti, fra i quali molte vittime civili, infanticidi, femminicidi, mutilazioni, esodi di massa all’estero, disperazione di un intero popolo, e devastazione delle città e dei piccoli borghi – sottolineano i promotori della manifestazione – A fronte di questa tragedia orrenda non abbiamo riscontrato alcun serio impegno internazionale per raggiungere, se non la pace, almeno una cessazione provvisoria delle ostilità e l’apertura di trattative costruttive e ragionevoli per entrambe le parti. Al contrario assistiamo ai preparativi di una nuova offensiva da parte della Russia e ad un’escalation di forniture all’Ucraina di mezzi sempre più potenti e sofisticati da parte dei Paesi della Nato”.
Il Comitato chiede “all’Europa una iniziativa per la Pace, una Conferenza che apra qualche spiraglio per l’uscita da questa terribile situazione di confronto basato esclusivamente sulle armi, e affermi una forte posizione per il Disarmo bilanciato a partire da quello nucleare. E il nostro Paese deve saper esprimere una posizione proattiva in questa direzione, abbandonando una posizione acriticamente filo-atlantista che non porta alcun contributo alla risoluzione del conflitto”.