Chiusa Pesio – Si è concluso con un non luogo a procedere il processo per tentata truffa aggravata a carico J. C., bresciano, già denunciato per fatti simili, accusato di essersi spacciato per un tecnico del gas inviato di casa in casa a installare un rilevatore di fumo che (secondo quanto voleva far credere alle vittime) era diventato obbligatorio per legge. Aggirandosi per Chiusa Pesio nel febbraio 2021 non aveva però fatto i conti con un vicinato composto da signori particolarmente avveduti in tema di truffe, i quali non solo non caddero nella trappola tesa dall’uomo, ma procedettero subito ad avvisarsi l’un l’altro, oltre ovviamente a chiamare i Carabinieri che arrestarono il giovane praticamente in flagranza di reato. L’unico a denunciare, fra tutti coloro che erano stati avvicinati dall’imputato, è stato un signore di 68 anni che in aula ha riferito di aver fatto finta di credere alla storia del rilevatore di fumo e di aver trattenuto l’uomo dicendogli che andava a prendere i 290 euro richiesti per l’installazione dell’apparecchio, mentre invece avvisava i Carabinieri: “Quando sono arrivati è sbiancato in volto”, ha detto l’uomo. A un’altra signora il giovane aveva detto che se non avesse fatto controllare la stufa sarebbe incorsa in una multa, lei però lo allontanò e subito dopo uscì di casa ad avvisare il resto dei vicini: “Aveva cercato di truffare anche un’altra donna ma lei aveva subito chiamato i Carabinieri”, ha riferito al giudice. Caduta l’aggravante della minorata difesa inizialmente contestata dalla Procura, era rimasta in piedi l’accusa di tentata truffa semplice procedibile – in seguito all’entrata in vigore della riforma Cartabia in tema di aggravanti – solo su querela. Dal momento che l’unico denunciante era stato nel frattempo risarcito e aveva rimesso la querela, il giudice su richiesta di accusa e difesa ha disposto il non luogo a procedere.