In Qatar sono stati, per i tanti tifosi del calcio nel mondo, giorni condivisi di ansia, di attesa, di gioia e tristezza, di orgoglio nazionale e spesso anche di riscatto. In uno scenario sfarzoso e dorato, quasi da mille e una notte, non sono tuttavia e giustamente mancati, ben prima che le competizioni iniziassero, dubbi e proteste per il prezzo pagato in termini di non rispetto dei diritti umani, di sfruttamento del lavoro, di vite spezzate sulle impalcature degli stadi in costruzione.
Non sono mancati nemmeno durante le competizioni i tentativi, da parte dei giocatori, di riportare anche sul campo da gioco l’attenzione ai diritti e alla libertà di espressione, tentativi senza apparente successo,
Per leggere questo contenuto devi essere abbonato all’edizione digitale de La Guida.
Abbonati qui