Bene Vagienna – Si è concluso con una condanna e due assoluzioni il processo per l’incidente stradale avvenuto all’alba del 28 settembre del 2018 sulla A 6 in direzione Savona.
A finire sul banco degli imputati con l’accusa di concorso colposo in lesioni gravissime erano stati i conducenti dei tre veicoli coinvolti, R.G. a bordo di una Lancia Y, S.P. a bordo di una Fiat 16 e I.L. conducente di un autocarro. Ad innescare la serie di eventi che portarono al grave ferimento di R.L., fratello del conducente dell’autocarro, a cui i medici dovettero amputare una gamba, fu proprio il sorpasso della Lancia Y da parte dell’autocarro. L’auto in seguito all’urto si girò su se stessa e rimase sulla carreggiata di sorpasso senza luci accese. L’autocarro condotto da I.L. invece proseguì per circa un centinaio di metri fermandosi sulla corsia di emergenza. I tre occupanti, i due fratelli e il padre, scesero dal mezzo per dirigersi verso la Lancia Y, “volevamo andare verso l’auto ma quella aveva le luci spente e ci fermammo vicino all’autocarro aspettando che mio padre prendesse i giubbotti gialli” aveva riferito R.L. vittima dell’incidente stradale. In quel lasso di tempo, circa un minuto e mezzo, erano intanto sfilati altri sei veicoli tra le due auto ferme, ma quando passò la Fiat 16, urtò il veicolo sulla corsia di sorpasso e carambolò fino all’autocarro spingendolo fino al guardrail causando in questo modo le gravi lesioni a R.L. che rimase schiacciato tra l’autocarro e la barriera di sicurezza.
A conclusione dell’istruttoria il pubblico ministero Alessandro Borgotallo, ravvisando elementi di responsabilità per tutti gli imputati, ha chiesto la condanna a 2 mesi di reclusione: l’autocarro per aver dato avvio agli eventi successivi con il sorpasso della Lancia Y il cui conducente avrebbe dovuto accendere le quattro luci e mettere il triangolo di segnalazione, così come il conducente della Fiat 16, che avrebbe potuto evitare l’urto della Lancia Y così come ci erano riusciti i sei veicoli passati prima di lui. Tutte le difese hanno invece chiesto l’assoluzione per i propri assistiti, a partire dal conducente della Lancia Y, “il mio assistito ha cercato di azionare le quattro frecce ma non funzionavano” ha concluso l’avvocato Silvia Genta. Nessuna consequenzialità tra i due sinistri per l’avvocato Franco Vazzio, legale del conducente dell’autocarro, “per il lasso di tempo intercorso tra i due incidenti e per la condotta corretta del mio assistito che si era posizionato sulla corsia di emergenza”.
Da assolvere anche il conducente della Fiat 16 secondo l’avvocato Pierapaolo Chiorazzo, “perchè a differenza delle altre auto non aveva visto l’incidente e in quel momento non stava sorpassando ma avendo visto l’autocarro si era solo spostato per precauzione sulla corsia di sorpasso”.
Di diverso avviso il giudice che ha invece riconosciuto proprio il conducente della Fiat 16 come l’unico responsabile delle lesioni riportate da R.L. e per questo lo ha condannato a 8 mesi di reclusione.