Francesco Tomatis è un cuneese ed è docente di filosofia teoretica all’Università di Salerno, per presentare il suo ultimo libro “Il Dio vivente”, un saggio sulla filosofia di Schelling e Luigi Pareyson. È un testo complesso che richiede padronanza di linguaggio e tematiche filosofiche, ma per certi versi si imparenta con il precedente “La via della montagna” dove era l’esperienza della verticalità a far percepire l’irriducibile alterità dell’oltre. Qui è il concetto di trascendenza, e in particolare del Trascendente, a farsi nucleo centrale.
Nel filosofo tedesco questa “esperienza” della trascendenza si declina in termini squisitamente idealistici laddove Dio diventa “un abisso per la ragione”. Schelling si muove sul terreno di uno “stupore della ragione” come atteggiamento intellettuale per porsi finalmente sul cammino del sapere. In questi termini si pone anche la relazione della filosofia con la rivelazione: “è necessità interiore della ragione filosofica oltrepassare la propria trascendentalità e pensare l’ulteriore”. L’autore rilegge così l’intera filosofia di Schelling fino alla riflessione sulla Trinità, Cristo e la manifestazione di Dio.
È sul terreno della Trascendenza che si apre la riflessione sul pensiero di Luigi Pareyson conducendo il lettore verso una mediazione del pensiero idealistico con l’eredità esistenzialistica: “dell’umano esistere è costitutiva l’esperienza della trascendenza”, dice Tomatis a proposito del filosofo italiano. In questa linea il pensiero prende una piega marcatamente etica nella relazione con la libertà come essere sociale che non esclude, ma anzi quasi richiede un’apertura verso l’esperienza del religioso.
Il Dio vivente
di Francesco Tomatis
Morcelliana
28 euro