Il titolo “Un’Arcangela ribelle e la sirenetta prigioniera” dice che il nuovo libro di Sissi Bedodi comprende due storie. La prima è quella di Arcangela Tarabotti (1604–1652), al secolo Elena Cassandra, scrittrice colta qui narratrice di vicende accadute a personaggi dell’epoca sua, dai femminicidi già allora frequenti per la condizione delle donne spesso costrette alla monacazione o a matrimoni di convenienza, alle avventure di cortigiane, alle vicende della pittrice Marietta Robusti, La Tintoretta. La Tarabotti stessa fu obbligata a farsi monaca e, come una carcerata, si sentì condannata in un ergastolo di celle, inferriate e muri invalicabili.
La storia della seconda parte è invece dominata dalle malformazioni. Il titolo “La sirenetta prigioniera” è riferito a Margherita Farnese Gonzaga, che fu monacata non per motivi patrimoniali ma proprio a causa di una malformazione congenita che portò all’annullamento del matrimonio con Vincenzo Gonzaga, l’erede del Ducato di Mantova.
Rispedita a Parma presso i parenti Farnese, finì rinchiusa in un monastero, non potendo procreare: in realtà, sarebbe stata già allora possibile un’operazione, ma le fu detto che poteva esserle fatale e che lei sarebbe stata considerata suicida, avendo volontariamente messo a rischio la propria vita. Anche qui, numerosi fatti “di cronaca nera e rosa” si susseguono mentre la Sirenetta cerca di sopravvivere nella vita monastica. L’autrice la definisce “sirenetta” per il suo amore verso la musica, che ella componeva, avendo come maestro Monteverdi.
Un libro ricco di vicende che mette di fronte a sopraffazioni e violenze della storia passata che fanno però riflettere sul nostro presente non meno travagliato.
Un’arcangela ribelle e la sirenetta prigioniera
di Silvana Bedodi
Bastogi
28 euro