Cuneo – Terza missione in soccorso dei profughi ucraini per l’Associazione Nazionale Vigili del Fuoco di Cuneo. Roberto Dutto e Salvatore Pellissero, vigili del fuoco in pensione, sono stati impegnati nella missione umanitaria dal 23 al 27 aprile. Questa volta, con il pulmino dell’Associazione, non si sono fermati al confine tra Polonia e Ucraina, ma hanno raggiunto Leopoli. Dopo aver consegnato all’ospedale locale un carico di farmaci e beni di prima necessità, hanno iniziato la spola tra la città ucraina e Cracovia (separate da oltre 300 km), facendo due volte il viaggio di andata e ritorno per portare in salvo, anche con l’aiuto di un conducente polacco, una ventina di profughi, in gran maggioranza donne, ragazze e bambini, oltre a una coppia di anziani con problemi di mobilità.
Da Cracovia il viaggio dei profughi verso l’Italia è proseguito con vari mezzi: la maggior parte in aereo, alla volta di Torino Caselle, una coppia con un pullman di Flixbus, un gruppetto di 6 persone sul pulmino su cui erano stati anche stipati i bagagli di tutta la comitiva. Donne, ragazze e bambini sono poi stati alloggiati in una struttura di Ronco Canavese, dove sono seguite e accompagnate per la fase di primo inserimento.
Il viaggio è stato organizzato dall’Associazione Nazionale Vigili del Fuoco – sezione di Cuneo grazie alla collaborazione di associazioni, privati e aziende che hanno permesso di mettere assieme la somma necessaria a coprire le spese. Sono intervenuti, con contributi di varia entità, la sezione Avis di Borgo, le sezioni dell’Associazione Vigili del Fuoco di Alessandria, Asti e Verbania, Pompieri senza frontiere con le unità cinofile. Uno sforzo collettivo, che ha potuto contare anche sul coordinamento dell’associazione La Memoria Viva di Castellamonte.
“Le cose stanno migliorando dal punto di vista organizzativo – racconta Roberto Dutto – e le operazioni di smistamento sono più semplici. Fondamentale è stato l’intervento di Daria De Martino, mediatrice culturale che abita a Cracovia, che ci ha accompagnato a Leopoli. Grazie a lei, anche il passaggio della frontiera tra Ucraina e Polonia, che si solito richiede ore di snervante attesa, è stato abbastanza rapido e agevole”.
“Le persone che abbiamo accompagnato – prosegue – erano arrivate a Leopoli dal Donbass o dalle zone di guerra. Nonostante le situazioni drammatiche che si lasciavano alle spalle, abbiamo notato in loro una serenità e una dignità veramente ammirevoli. Quando ci siamo lasciati, alcune ragazze si sono messe a piangere, hanno continuato per giorni a mandarci messaggi di ringraziamento. Questa è una guerra più assurda di altre, perché viene presa di mira deliberatamente la popolazione civile, ma abbiamo trovato persone che non si perdono d’animo. Non pretendono nulla, hanno una grande dignità e un’umiltà che non possono non toccare chi li incontra. Scampati alla guerra e alla morte, vedono tutto come una guadagno e sanno apprezzare ogni aiuto anche piccolo. Sono sensazioni che porterò sempre con me”.