Cuneo – Cento casi tra Piemonte e Liguria, nessuno in provincia di Cuneo, ma l’allerta rimane alta: in questi giorni sono salite a quel numero le carcasse di cinghiali risultate infette alla peste suina africana, patologia animale che non causa alcun effetto sull’uomo ma che mette a rischio non solo i selvatici ma anche gli allevamenti di suini.
L’aggiornamento di mercoledì 20 aprile riferisce di due nuovi casi a Busalla (provincia di Genova), che fanno salire a 60 le positività in Piemonte (tutte nell’alessandrino) e a 40 quelle in Liguria (nel genovese; nella foto sotto, la mappa dei ritrovamenti monitorati da fine dicembre a oggi).
E proprio nella giornata di mercoledì 20 la Regione Piemonte ha stanziato 8,2 milioni di euro per misure urgenti utili a contrastare la diffusione della peste suina africana nelle zone più a rischio; in particolare, si lavora sul posizionamento di barriere di contenimento, per impedire gli spostamenti di cinghiali che possano veicolare la malattia. Ostacoli “fisici” che potranno favorire il ripristino di attività nelle zone più colpite.
“Apprezziamo lo sforzo della Regione – sottolinea il presidente provinciale e regionale di Confagricoltura Enrico Allasia – e riteniamo che le attività di depopolamento dei cinghiali debbano essere avviate al più presto, tenendo presente che l’installazione delle recinzioni richiederà tempi piuttosto lunghi. Dobbiamo agire con la massima urgenza per tutelare le coltivazioni dagli attacchi dei cinghiali e soprattutto evitare che la peste suina si diffonda”.