Frassino – I rapporti con il vicino di casa non erano mai stati facili a causa di una serie di litigi per questioni che si trascinavano da vari anni e il lockdown della primavera 2020 aveva reso questi rapporti ancora più complessi, fino alle reciproche denunce e ai relativi processi a carico di P. G. prima e N. B. e G. B. ora. A maggio dello scorso anno P. G. era stato condannato a quattro mesi per lesioni e danneggiamento: alla fine di maggio avrebbe dato un calcio alla gamba della vicina di casa che aveva protestato perché lui dopo aver tagliato l’erba nel proprio giardino aveva spazzato lo sfalcio nella loro proprietà. “Gli avevo detto di smetterla ma lui continuava – aveva riferito la donna in aula – e così iniziai a rispazzare l’erba nel suo giardino; involontariamente toccai il suo piede con la scopa e lui mi diede un forte calcio, con una prognosi di 25 giorni”. Il 1° giugno poi P. G. aveva tirato sassi contro la porta del loro garage e aveva preso a calci e pugni le auto della signora e del suocero causando danni per oltre 3.000 euro. Quando arrivarono i Carabinieri trovarono P. G. con il volto coperto di sangue: i vicini raccontarono di averlo visto mentre si lanciava rabbioso contro il loro cancello provocandosi le ferite al volto e poi lo ripresero col telefono mentre lanciava sassi e tirava pugni e calci alle loro auto.
Opposto il racconto di P. G. che denunciò i vicini, padre e figlio, per averlo colpito a bastonate e avergli causato quelle lesioni al volto. In aula N. B. ha riferito di aver sentito dei rumori provenire dall’esterno e di essersi affacciato alla finestra: “C’era il vicino che si lanciava col corpo contro la recinzione. Era pieno di sangue e noi molto preoccupati. Mia moglie iniziò a riprendere col cellulare perché così ci avevano consigliato i Carabinieri e io sono sceso di sotto, mi gridava che voleva farci fuori, poi tirò pietre e diede calci e pugni alle auto”.
In aula ha deposto anche il medico che aveva esaminato la documentazione del pronto soccorso sulle escoriazioni di P. G. e che ha dichiarato quelle lesioni contusive con prognosi di 20 giorni potevano essere accidentali o provocate da terzi e che non era possibile dimostrare che fosse stato usato un bastone.
L’udienza è stata rinviata al 29 aprile.