Borgo San Dalmazzo – Tre insegnanti della scuola media di Borgo hanno effettuato uno stage di osservazione presso il Collège du Lazaro a Marcq en Baroeul (Huats de France) per conoscere e confrontarsi con le metodologie didattiche e organizzative legate all’inclusione e alla promozione degli alunni che si trovano in situazione di svantaggio, linguistico, ambientale, culturale, handicap…
Con questo soggiorno l’Istituto Comprensivo di Borgo inaugura il Progetto Erasmus cui ha aderito nel 2019. Finora le visite presso le scuole estere erano state rinviate a causa del Covid, ma la scuola aveva intrapreso comunque numerose iniziative legate al progetto Erasmus, come corsi di inglese e francese per insegnanti, traduzione di regolamenti e documentazione per le famiglie albanesi e rumene, iniziative rivolte all’inclusione di tutti gli alunni e alla promozione dello spirito europeo.
“Soggiorno di grande interesse – raccontano le professoresse Clara Arneodo, Manuela Piasco e Maria Luisa Bassino – poiché il Collège du Lazaro è all’avanguardia in Francia per l’attenzione verso gli alunni svantaggiati. Particolarmente efficace, quanto di facile applicazione, è stata l’esperienza denominata “Chut, on lit!” (“Silenzio, si legge!”), un quarto d’ora quotidiano di lettura individuale, a metà giornata scolastica, durante il quale tutti leggono nel silenzio assoluto: alunni, insegnanti, personale amministrativo e delle pulizie. Questa semplice attività ha migliorato dell’80% la capacità di lettura e comprensione presso i lettori deboli e, soprattutto, ha il potere, quasi magico, di calmare e favorire la concentrazione nei ragazzi”.
Qual è lo stato di salute della scuola in Francia?
“Certamente la scuola pubblica francese è dotata di fondi e strutture assai cospicue rispetto alla scuola italiana. Gli edifici e gli ambienti scolastici sono spaziosi, attrezzati e funzionanti, gli istituti hanno a disposizione fondi che possono utilizzare con grande autonomia per le proprie esigenze, per aiutare, anche economicamente, le famiglie in difficoltà, per potenziare la formazione degli alunni con laboratori in collaborazione con il territorio”.
Cosa potremmo imparare dai cugini d’Oltralpe?
“Anzitutto la stretta e costante collaborazione tra la scuola e le istituzioni sociali del territorio, come gli assistenti sociali e gli educatori che incontrano settimanalmente gli insegnanti (Cellules de vie) per parlare e confrontarsi su casi di alunni socialmente svantaggiati o a rischio di dispersione scolastica. Fondamentale è poi la figura del CPE, Conseiller Pédagogique d’Education, che coordina il lavoro dei “surveillants”, figure professionali del tutto assenti nei sistemi scolastici europei, non solo in Italia. Al CPE e ai surveillants è delegata la parte di sorveglianza degli alunni e, quasi completamente, dell’azione disciplinare. Gli insegnanti possono quindi occuparsi esclusivamente di insegnare e organizzare le lezioni. Un’ultima considerazione: in Francia è molto vivo il rispetto per l’istituzione scolastica e per gli insegnanti, che sono i rappresentanti dello Stato a cui le famiglie affidano, attraverso un solido patto di fiducia, i loro figli”.
Il progetto Erasmus continuerà con la mobilità della Dirigente e del suo staff in Europa del Nord, con la mobilità di insegnanti che parteciperanno a corsi di formazione all’avanguardia in Finlandia, con il soggiorno di insegnanti e personale amministrativo per corsi di lingua inglese e francese, a Malta, in Irlanda e in Normandia.