Boves – Si è spento nella giornata di venerdì 8 aprile Monsignor Aldo Martini. Il sacerdote bovesano ha prestato con generosità ed umiltà il suo servizio. Un servizio che, nel corso degli anni, lo ha portato a entrare in contatto con le comunità cristiane di tutto il mondo.
Aldo Martini (nato il 22 ottobre 1941) e il fratello Roberto persero il papà nel 1947 a causa degli strascichi della malaria presa durante la guerra in Albania.
Ordinato sacerdote il 28 giugno 1964, don Aldo fu vice parroco a Caraglio per due anni. Successivamente venne chiamato a Roma per studiare liturgia.
La passione e l’impegno nello studio sono decisivi per la formazione del sacerdote e dell’uomo. A Roma si laurea e inizia un percorso che lo porterà a coltivare bellissime amicizie. Decisivo in questo senso in particolar modo il lungo periodo di presidenza dell’Opam (Opera di Promozione dell’Alfabetizzazione nel Mondo) fondata nel 1972 da don Carlo Muratore.
Nel suo mandato, durato 18 anni, don Aldo testimonia come l’istruzione e l’educazione siano strumenti fondamentali a rinfrancare l’uomo, sconfiggere la povertà e aiutare lo sviluppo dei Paesi del Sud del Mondo.
“Don Aldo – ricorda con commozione la volontaria Opam Anna Maria Errera – ha svolto questo servizio con passione e amore. E’ entrato in contatto con 450 Diocesi. Vescovi, sacerdoti e laici erano per lui tutti amici, tutti amati personalmente e con affetto di padre. Aldo si è preso cura di tanti sacerdoti e si è sempre prodigato con umiltà dedicando tutto se stesso all’incarico”. Fra i tanti bei legami creati, quello con il Cardinale congolese Fridolin Ambongo Besungu che volle partecipare nel 2014 alla festa per i 50 anni di sacerdozio di don Aldo.
Tornato a Boves nel 2018, don Martini si è messo al servizio della comunità bovesana ed è stato uno dei più attivi sostenitori dell’Associazione don Bernardi e don Ghibaudo.
Commosso anche il ricordo del parroco di Boves don Bruno Mondino. “Uomo di grande fede, gran lavoratore, don Aldo è stata persona capace di grandi amicizie. Con semplicità ha saputo adattarsi a situazioni e incarichi molto diversi (tra cui quello Conservatore dei sigilli dell’Archivio segreto Vaticano). Ha vissuto la prova della malattia (sempre accudito dalla cognata Bianca Cravesano) con una bella serenità dimostrando straordinarie qualità umane e spirituali. Non ha mai voluto mettersi in mostra nonostante gli studi e gli incarichi assegnatili”.
Una umiltà ben lontana dal protagonismo che può essere ben sintetizzata da un passaggio del discorso di don Martini in occasione della festa per i cinquant’anni di sacerdozio. Quasi schernendosi, don Aldo diceva “…è bene che lo sguardo si sposti, da me a Lui. Il vero festeggiato non sono io ma Gesù. Lui è il Fedele, l’infedele, il poco affidabile, di cui Lui si è fidato in tutti questi anni, fino ad affidarmi la sua persona, il suo Corpo e il suo Sangue. Non ci sono grandi discorsi da fare oggi, c’è solo da ricordare, adorare, lodare e ringraziare. Soprattutto il ricordare, far affiorare al cuore per scoprire i doni di cui ringraziarlo con in un lungo Magnificat”.
Tutti coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo lo ricordano con affetto. Ne ricordano le parole, la gentilezza e la disponibilità di persona capace di infondere coraggio e serenità a quanti si sono avvicinati illuminando i momenti bui e difficili con la fede, la testimonianza, l’aiuto e, sempre, con il sorriso.
Il Rosario sarà recitato domenica 10 aprile alle 20.30 in San Bartolomeo. Sempre nella chiesa parrocchiale verrà celebrato il funerale lunedì 11 aprile alle 10.30.